Quello del “mollo tutto e cambio vita” è un pensiero che prima o poi attraversa tutti, ma solo pochi passano all’azione. Ne sa qualcosa Paolo Gallo, nato ad Arluno, in provincia di Milano, 33 anni fa: “Nel 2013 ho iniziato a sentirmi bloccato nel mio lavoro di contabile, volevo creare qualcosa di mio – racconta -. Questa crisi personale, poi, è coincisa con la partenza di tanti amici d’infanzia, che delusi dall’Italia decidevano di andare all’estero”. È bastato questo a far accendere una lampadina: “Ogni volta che tornavano per le vacanze li subissavo di domande, ero curioso di sapere ogni cosa della loro esperienza all’estero – sottolinea -, e subito ho notato che anche loro avevano piacere a raccontarsi”. E allora perché non rendere pubbliche quelle storie?

“Ho sempre avuto una passione per la radio, mi piaceva l’idea di essere uno speaker, così ho contattato un mio amico che gestisce una web radio e gli ho proposto il format Why not?!, con l’obiettivo di intervistare gli italiani all’estero e capire i motivi che li spingono a partire”, spiega. Storia dopo storia, Paolo ha trovato anche il coraggio di cambiare la sua, di vita: “Prima pensavo solo alle mie paure: e se lascio il lavoro da contabile cosa faccio? Dove trovo i soldi, mi dicevo. Poi dentro di me ho dato finalmente spazio alla vocina che insisteva: vivi seguendo le passioni, basta avere coraggio e consapevolezza”.

Tutti gli italiani expat che ho intervistato sanno godersi il presente e non vedono il futuro come un ostacolo

Lezione che ha imparato anche grazie al suo programma: “Tutte le persone che ho intervistato hanno alcune caratteristiche in comune – sottolinea -. Sanno godersi davvero il presente, attimo per attimo, e non vedono il futuro come un ostacolo, ma come qualcosa da costruire con le loro mani”. Dopo qualche tempo anche lui ha trovato il coraggio di chiudere con un lavoro che non gli dava più emozioni: “Mi sono licenziato, senza avere certezze sul futuro, e ho deciso di concentrarmi sulla mia carriera da allenatore di calcio delle giovani leve – spiega -, ruolo che mi piaceva tantissimo, ma che fino a quel momento avevo messo in secondo piano”, spiega.

Dopo aver conseguito il patentino Uefa C, Paolo ha rimesso mano al suo curriculum, deciso a fare il grande salto. E l’occasione giusta è arrivata presto: “Ad aprile 2017 ho ricevuto una proposta di lavoro per allenare a Sydney – racconta -, la pancia e il cuore mi hanno portato a dire sì subito”. Dopo due settimane si è trovato catapultato in una nuova vita, dall’altra parte del mondo: “L’impatto è stato un mix di emozioni diverse, all’inizio mi sentivo un turista un po’ spaesato, poi ho capito che per godermi appieno quest’avventura era necessario abbassare le aspettative ed essere semplicemente me stesso”. E quello che inizialmente doveva essere un soggiorno di soli tre mesi, si sta trasformando in un’esperienza di vita duratura: “Si sono create le condizioni per rimanere più a lungo e questo non può che farmi piacere, perché qui sto scoprendo dei lati di me che non conoscevo – ammette -. Poi Sidney è piena di italiani, quindi riesco anche a portare avanti con successo il progetto Why Not?!”.

Qui posso confrontarmi ogni giorno con culture diverse. E’ un aspetto a cui non voglio più rinunciare

Il futuro è tutto da scrivere, anche se c’è un solo posto che riesce a chiamare casa: “Sono innamorato dell’Italia e un domani mi piacerebbe moltissimo tornare, ma non so ancora in che forma. Ora so che non accetterei più il fatto di stare fermo e di non portare avanti i miei progetti”. In questo, infatti, l’Australia è un passo avanti: “Qui è tutto molto dinamico e allenando bambini che vengono da ogni parte del mondo ho la possibilità continua di confrontarmi con culture diverse. E’ qualcosa che mi arricchisce ogni giorno e a cui non voglio più rinunciare”.

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“L’Italia non offre opportunità a chi è qualificato. Ma se ho fatto carriera è grazie a chi ho incontrato nel mio Paese”

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