Cinema

Far East Film Festival compie 20 anni. Anteprime, restauri, e madrina una musa di Wong Kar-wai

Al Teatro Nuovo di Udine dal 20 al 28 aprile 2018 il festival elogiato e amato da Variety propone 81 lungometraggi provenienti da ogni angolo da Cina, Giappone, Corea del Sud, Vietnam, Thailandia, Malaysia, Indonesia, Filippine. Da non perdere: Little Forest, Chedeng e Apple, Steel Rain. E c’è pure una scuola di giornalismo

di Davide Turrini

Venti anni e non sentirli. Del Far East Film Festival di Udine (per gli amici FEFF) ne ha parlato il mondo. Variety, ad esempio, oltre ad elogiarlo in continuazione, ne segnala anche con anticipo la line-up che verrà. Un servizio che la bibbia del cinema offre a Berlino, Cannes e Venezia. Insomma Udine che corre al centro del mondo dal 20 al 28 aprile 2018 con 81 film in programma provenienti dal “lontano Est”, 21 opere prime e seconde sui 55 film in Concorso, è già parte della storia. Piccolo avamposto di passione per cinema volgarmente detto “orientale”, pertugio spalancato in terra italiana ed europea di titoli che non provengono solo da tre tra le più grandi industrie del settore al mondo (Cina, Corea del Sud, Giappone) ma che da tempo ha inoculato il virus di visioni vietnamite, thailandesi, malaysiane, indonesiane, filippine.

Quest’anno si è iniziato con una opening night esclusiva e sul pezzo. Il super action coreano Steel Rain di Yang Woo-seok si è visto su grande schermo solo al Teatro Nuovo e Visionario di Udine perché dopo Netflix lo infilerà nei pacchetti all inclusive per soli divano e pantofole casalinghe. La Closing Night del 28 si preannuncia altrettanto unica perché, come scrivono gli organizzatori del festival riassume tutto il senso del FEFF 20 con “lo sguardo puntato sul futuro” grazie al thriller indonesiano Night Bus e “il cuore fedelissimo al passato” con il restauro, assieme a L’Immagine Ritrovata di Bologna, di Throw Down del maestro Johnnie To. In mezzo vanno messi la madrina taiwanese Brigitte Lin Ching Hsia, musa di Wong Kar-wai e interprete, tra gli oltre cento melodrammi e wuxia in carriera, di Hong Kong Express e Ashes of Time, e una quantità sempre esagerata di pubblico, vero e proprio cuore pulsante del FEFF, che raggiunge Udine da ogni parte d’Italia e non solo.

Segnaliamo alcuni titoli come il coreano Little Forest (in programmazione il 25 aprile), diretto da Yim Soon-rye, sorta di ritorno al bucolico piacere della natura da parte di una ragazza di città che porta con sé un delizioso cagnetto, Ogu, diventato una celebrità in patria anzi, un vero e proprio fenomeno pop con migliaia di follower su Instagram, migliaia di articoli, servizi televisivi, e perfino “interviste”. Ma anche il filippino Chedeng and Apple, una black comedy diretta da Rae Red & Fatrick Tabada, con protagoniste due bad girls alla Thelma & Louise – Gloria Diaz (Miss Universo 1969) ed Elisabeth Oropesa – una ad interpretare un’ex dirigente scolastica in pensione e l’altra un’inquietissima casalinga.Abusi domestici da dimenticare, le due arzille signore cercheranno di fuggire mettendosi alle spalle una vita che non sopportano più, scansando la polizia e portandosi dietro la testa del marito di Apple nascosta in una borsetta Vuitton.

Il festival diretto da Sabrina Baracetti, che ha un respiro internazionale davvero conclamato per essere un festival “italiano”, ha pure una scuola di giornalismo davvero interessante. Si chiama FEFF Campus, è coordinata da Mathew Scott e vede dieci alunni provenire da Regno Unito, Polonia, Serbia, Belgio, Italia, Cina, Filippine, Malaysia, Singapore, e Hong Kong. Insomma al Far East Film Festival se vi capita di andare, oltre a visionare un’estetica e una poetica alternativa al nostro andazzo autoreferenziale occidentalizzato, si scopre perfino un altro mondo industriale e culturale ben più grande e attivo del nostro. Info http://www.fareastfilm.com/

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