L’ambizione è diventare un movimento civico a livello nazionale, un progetto di buona amministrazione che dal locale arrivi a farsi spazio tra i partiti e chissà, magari un giorno sbarcare in Parlamento. Mentre a più di due settimane dal voto l’Italia ancora non ha un governo designato e aspetta l’insediamento delle Camere, c’è chi lavora ad altro. Puntando, con ottimismo, addirittura alla prossima legislatura. E’ l’idea che muove il partito dei sindaci L’Italia in Comune, la nuova forza politica nata a dicembre 2017 da amministratori e ex amministratori che nei prossimi mesi si costituiranno in un vero e proprio partito. Dopo vari incontri e il primo step regionale a Bologna il 18 marzo, il 24 e il 25 marzo è in programma la convention a Roma in cui si comincerà concretamente a lavorare con le rappresentanze di ogni regione. Alla guida del nuovo movimento, l’ex Cinque stelle Federico Pizzarotti, forte della sua esperienza di civismo con la sua lista Effetto Parma, e l’ideatore di Italia in Comune Alessio Pascucci, sindaco civico di Cerveteri (Roma). “Oggi forse non c’è spazio per nuovi partiti – spiega Pizzarotti a ilfattoquotidiano.it – ma al momento il contesto è congelato. Il Pd è uscito perdente dalle elezioni, Berlusconi è depotenziato, il treno è del Movimento, ma da qui ai prossimi mesi vedremo cosa succederà. Noi intanto lavoriamo per farci trovare preparati tra cinque anni”.

Per ora il partito dei sindaci guarda alle regionali del 2019, ma è ancora presto per parlare di collocazioni o alleanze con altre forze. “Prima dobbiamo definire la nostra identità e allargare la base, poi eventualmente faremo le nostre valutazioni” risponde Pizzarotti, commentando anche le dichiarazioni del presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, che nei giorni scorsi aveva auspicato un’apertura verso l’ex Cinque stelle emiliano. “Le parole di Bonaccini mi fanno piacere, da parte nostra abbiamo sempre garantito la collaborazione tra istituzioni, ma adesso è prematuro parlare di coalizioni”. Pragmatismo e obiettivi, e una politica calata sulla realtà sono il fondamento di Italia in Comune ed è quanto metteranno per iscritto assessori ed ex amministratori che il prossimo weekend siederanno intorno al tavolo nella capitale per definire l’identità della nuova forza, dallo statuto al nome, fino alla carta dei valori, ai criteri di candidabilità e agli organi di coordinamento. Una sessantina i rappresentanti per ogni regione dal nord al sud, dalla Sicilia al Piemonte, che elaboreranno la bozza per la fondazione della nuova forza politica che ha già raccolto più di 400 adesioni in tutta Italia, che verrà poi estesa alla base e approvata. “Ogni giorno ci arrivano richieste di interessamento, di adesione – continua Pizzarotti – La porta è aperta per chi ha voglia di lavorare al progetto concretamente, senza troppe distinzioni sul passato che hanno avuto.” Si rifugge insomma la ricerca del purismo assoluto dei Cinque stelle: “Quello che conta è cosa hai fatto e come amministri”.

Tra gli aderenti finora ci sono tanti civici, qualche ex Pd ed ex Forza Italia, delusi da altri partiti che hanno messo davanti gli interessi di segreteria dimenticando le realtà locali dove si amministra concretamente a contatto con i cittadini. Come sanno bene sindaci, ex sindaci e assessori o amministratori che hanno risposto alla chiamata. O come sa anche Pizzarotti, che nel nuovo partito cercherà di evitare alcuni degli errori a suo dire commessi dal Movimento: “Uno degli sbagli più grossi è stato avere organi che decidono o anche che non decidono (a seconda delle fasi), e avere abbandonato al loro destino gli enti locali. Degli incontri e dei tour annunciati, non è stato fatto quasi nulla”. Tra i partecipanti ai lavori ci sono anche altri ex pentastellati come il sindaco di Comacchio Mario Fabbri ed alcuni esponenti dei vari “Effetti” nati sulla scia della civica Effetto Parma, che nel partito dei sindaci darà un’impronta decisiva a Italia in Comune. “A differenza di altre liste civiche, quando ci siamo presentati abbiamo varato una carta dei valori, tra cui ci sono per esempio l’integrazione e l’antifascismo” continua Pizzarotti. Sarà quella la base di partenza, insieme a una lettera di intenti di Italia in Comune, per definire una carta dei valori del nuovo partito che arriverà alla sua fase finale costituente intorno a ottobre. Allora sarà anche il momento di individuare un leader, più similmente un presidente e un coordinatore. Ma anche su questo, il sindaco di Parma non si sbilancia. “Pensiamo agli obiettivi prima che ai ruoli – conclude Pizzarotti – a fare programmi pragmatici e non promesse per prendere voti, insomma a dire le cose giuste, che magari possono essere anche scomode come può essere l’obbligo della raccolta differenziata a una certa soglia, ma che servono per la comunità. E’ la nostra esperienza di amministratori che ci guida.”

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