“Questo incontro non s’ha da fare”. Non siamo sulle rive del lago di Como ma a Roma dove al liceo Isacco Newton a far discutere in queste ore è il no della dirigente Ivana Uras al corso con Richard Thunder, youtuber transgender invitato dagli studenti nell’ambito della cosiddetta “didattica flessibile”, una sorta di autogestione promossa con l’imprimatur della scuola.

La lezione in calendario per mercoledì 21 marzo è “saltata” all’ultimo momento per decisione del capo d’istituto. Una scelta non certo dovuta ad alcuna discriminazione a detta di Uras ma al mancato rispetto delle regole da parte dei ragazzi che non avrebbero informato in maniera adeguata la preside dell’evento messo in programma. Una giustificazione rispedita al mittente dai rappresentanti degli studenti che su facebook hanno scritto: “Non abbiamo paura a dire che per noi questa sospensione giustificata da ‘problemi tecnici‘ è una grande sconfitta delle Istituzioni e del sistema formativo che questa scuola rappresenta, poiché oggi il nostro liceo non è riuscito stare dalla parte dei suoi studenti”.

Le versioni sono due. La preside – contattata dal fattoquotidiano.it – spiega: “L’organizzazione della didattica flessibile prevede che in tempo utile mi diano gli elenchi di chi interverrà perché una scuola è sempre responsabile di ciò che offre. Mi raccomando sempre di dirmi ogni nominativo in modo da prendere informazioni e fare attenzione al pluralismo. In questo caso non mi hanno avvisato di un incontro che ho scoperto solo da una chiamata del quotidiano Il Tempo che voleva avere informazioni sull’incontro con Thunder. Ci sono situazioni che richiedono preparazione e condivisione”.

A far scattare la decisione della preside sarebbe stato il fatto che i ragazzi le hanno consegnato una lista senza lasciarle il tempo di raccogliere informazioni, di capire, di valutare eventualmente la possibilità di coinvolgere altri relatori o di mettere a conoscenza i genitori della proposta: “Noi abbiamo una funzione direttiva ed educativa. Certe cose si fanno ma in un certo modo. È difficile far capire ai giovani che siamo dalla loro parte ma devono capire che esistono delle regole e dei ruoli. L’annullamento poteva essere nei confronti di chiunque altro. Ho telefonato anche al Gay Center, ho chiesto di incontrare questa persona. Non si tratta di discriminazione ma di rispetto delle regole”.

Critiche rispedite al mittente da Ginevra Zolli, una dei rappresentanti d’istituto: “È il secondo anno che mi occupo di organizzare la didattica flessibile. Non abbiamo mai inviato l’elenco dei corsi prima di una settimana dall’inizio. Il 13 marzo scorso abbiamo inviato il tutto per la approvazione. La preside ha dato l’ok a tutto il pacchetto e lo ha affisso in bacheca. Lunedì ci ha chiamato dicendoci che è stata contattata da quotidiano Il Tempo che l’aveva informata di lamentele da parte di alcuni genitori per l’incontro con Thunder”.

Zolli ammette una “leggerezza” se così si può definire: “Negli elenchi specifichiamo chi sono le persone ma non presentiamo il curriculum a meno che il relatore non desideri un invito ufficiale da parte della scuola. Ci prendiamo la responsabilità di aver trasmesso quel nome come quello di tanti altri ma la preside poteva informarsi attraverso la Rete: aveva una settimana per farlo e il tempo era sufficiente”. Uno “scontro” quello tra Uras e i ragazzi che si è consumato anche su facebook dove la preside ha preso la parola per rispondere alla lettera dei ragazzi. Ma non è finita qui. I ragazzi son pronti a riproporre l’evento con lo youtuber invitato a parlare di “Trans acceptance”. Pronta la risposta della dirigente: “Nessun problema, si farà condividendo il tutto con l’intera comunità scolastica”.

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