E’ scontro tra i genitori di una bambina disabile di 13 anni e l’istituto comprensivo “Aldo Moro” di Saronno. A mandare su tutte le furie la mamma e il papà di Gaia (nome di fantasia) affetta dalla rarissima sindrome di “Smith Magenis” sarebbe stata la decisione della scuola di garantire in primis la sicurezza della classe revocando una gita di tre giorni in Toscana alla quale anche la ragazzina avrebbe dovuto partecipare. Un provvedimento preso dal dirigente Saverio Lucio Lomurno dopo una serie di crisi dell’alunna. Una vicenda delicata e complessa che vede protagonisti il preside, gli insegnanti ma anche il servizio di neuropsichiatria e l’ufficio scolastico provinciale al quale ora i genitori si sono rivolti scrivendo una lettera di protesta.

A spiegare quanto è accaduto è proprio il preside: “Comprendo l’amarezza dei genitori, ma le ragioni sono legate al fatto che non avevo docenti disponibili ad accompagnare la classe dopo che l’alunna aveva avuto una serie di crisi molto violente che si sono susseguite nel tempo in modo ravvicinato. Ho richiesto alla neuropsichiatria una consulenza e mi è stato detto che quelle crisi potevano avvenire in modo indipendente dalle situazioni. In Toscana saremmo dovuti andare in autobus e un momento di difficoltà della bambina avrebbe potuto creare anche serio pericolo per i ragazzi”.

Lomurno ripete in continuazione due concetti: “Capisco la famiglia” e “sono rammaricato”. Nelle scorse settimane sono stati fatti diversi passaggi. Nei mesi scorsi la scuola aveva persino ipotizzato la gita senza la presenza dei genitori: “Siamo stati noi stessi a proporre alla madre di partecipare perché la bambina non dorme la notte e non potevo certo metterla in camera con altri compagni”. Poi si sono verificate le crisi: “Abbiamo dovuto persino allontanare la classe più volte come da indicazioni della psicopedagogista”.

Di fronte a questa situazione il dirigente ha cercato una nuova soluzione: una gita da un giorno. In questo modo la bambina avrebbe partecipato con tutta la classe. Ma niente da fare. I genitori non hanno accettato e a quel punto gli insegnanti hanno ritirato la propria disponibilità ad andare in Toscana.

“Sono dispiaciuto, ma non sono arrabbiato con la mamma e il papà di questa alunna che seguiamo da otto anni. Ho parlato – continua il preside – anche con l’ufficio scolastico provinciale di questo caso. Non ho avuto timore a prendere una decisione del genere perché oltre a garantire l’inclusione della bambina devo garantire la sicurezza prima ancora di tutti. Ho incontrato la famiglia sette o otto volte. Ho proposto la gita di un giorno con la bambina anche senza genitori perché in poche ore con stimoli diversi sarebbe stato diverso”.

A questo punto nessuno andrà più a fare il viaggio d’istruzione. Tutti a casa. Saltata la gita in Toscana e anche quella di una sola giornata: “Non partiranno più nemmeno gli altri ragazzi perché non abbiamo mai voluto che l’uscita fosse senza la bambina. Abbiamo sempre garantito l’inclusione dedicando ogni sforzo in questa direzione”.

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