Addio agli sprechi nelle mense scolastiche della capitale: gli avanzi delle carote, del pane, delle polpette, della frutta, andranno ai cani e ai gatti di Roma. E per chi desidera menù vegetariano o persino vegano, l’amministrazione è pronta ad assecondare le richieste. È quanto ha deciso l’assemblea capitolina che ha votato il primo regolamento della refezione scolastica della città che riguarda tutti i bambini dai nidi alle medie. “Fino a ieri – spiega Teresa Maria Zotta, presidente dell’XI commissione scuola e promotrice dell’iniziativa – c’erano solo delle linee d’indirizzo ma mai nessuno aveva pensato a delle regole comuni a tutti”. Tante le novità ma nessuna apertura per chi vuole portare il panino da casa: “Non è ammesso alle mensa. Nella logica del momento del pasto – spiega la consigliera – come prosecuzione dell’attività didattica non possiamo pensare che il bambino si porti il pranzo al sacco. Nel momento in cui c’è la possibilità anche per motivi di salute di chiedere un menù particolare per un determinato periodo, non vedo alcuna necessità di portare la pasta o altro cucinata dalla mamma”.

L’obiettivo principale del nuovo regolamento è l’abbattimento degli sprechi alimentari: i pasti integri non consumati andranno ad enti caritatevoli mentre gli avanzi finiranno ai gattili e ai canili. Una scelta fatta per cercare di andare incontro anche alle richieste che arrivano dalle associazioni e da coloro che si occupano dei felini e non solo della capitale. Ogni ente prenderà contatti con il Municipio di appartenenza e seguendo le linee operative che saranno determinate a breve si potranno ritirare gli avanzi direttamente a scuola. Cantano vittoria anche le famiglie vegetariane e vegane che ora potranno anche in mensa avere il menù che desiderano. La commissione scuola nei due anni di governo pentastellato ha ricevuto parecchie richieste e segnali da parte delle associazioni che raggruppano i sostenitori della dieta vegana e vegetariana. Domande che non sono rimaste sulla carta. La presidente Zotta ha promosso una serie di incontri con degli esperti per poi arrivare alla proposta approvata in consiglio.

“Abbiamo voluto rispettare la richiesta dei singoli, ognuno deve sentirsi responsabile delle scelte alimentari che fa per i figli. Ci sono delle linee guida emanate dal ministero della Salute che hanno ribadito la non necessità del certificato medico. Noi – spiega la presidente della commissione – di fronte ad un menù completamente vegano ci siamo posti il problema e lo abbiamo risolto chiedendo alle famiglie di presentarci la presa d’atto da parte del pediatra che “certifica” di essere a conoscenza di quel tipo di alimentazione”. D’altro canto – assicurano i vertici della commissione – l’obiettivo principale perseguito da Roma Capitale nell’erogazione del servizio di ristorazione è quello di favorire una grande alleanza tra scuola e famiglia per assicurare ai bambini e ai ragazzi una dieta sana ed equilibrata durante tutto l’arco della giornata rispondendo a tutte le loro possibili esigenze in maniera chiara e organica.

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