Sarà ancora Angela Merkel, ancora Große Koalition, salvo nuove sorprese. Dopo cinque giorni di trattative e una maratona finale di oltre 24 ore, è arrivata la svolta nelle negoziazioni fra il partito della cancelliera tedesca e i socialdemocratici. Cdu-Csu e Spd hanno annunciato di aver trovato un primo accordo per dar vita – a oltre tre mesi dalle elezioni del 24 settembre – a un nuovo governo. Dopo il fallimento della coalizione Giamaica, che aveva portato la Germania a un inedito stallo post-elettorale, conservatori e socialdemocratici hanno deciso di procedere innanzitutto con delle trattative informali, prima della vera e propria negoziazione, per dare un segnale di unità all’Europa e a Emmanuel Macron. Prima di arrivare ad avere un esecutivo, bisognerà aspettare però forse fino a Pasqua, e il percorso non è privo di insidie, a partire dal prossimo congresso Spd che dovrà ratificare l’intesa.

Un’intesa riassunta in 28 pagine che fino all’ultimo ha rischiato di saltare principalmente su due punti: tasse e migranti. Alla fine è stato raggiunto l’accordo di non aumentare l’aliquota massima di imposta, come invece chiedeva l’Spd, e di permettere il ricongiungimento familiare dei migranti – la causa principale del fallimento delle trattative con versi e liberali – al ritmo di 1000 persone al mese. “Un risultato eccezionale”, lo ha definito il leader del partito socialdemocratico Martin Schulz, mettendo l’accento sull’ok raggiunto “per un contratto di governo” sullo stato sociale, con l’aumento degli aiuti alle famiglie, gli investimenti nel sistema della formazione. Merkel ha spiegato invece di aver “lavorato in uno spirito di fiducia per poter dare al Paese un governo stabile”.

A frenare gli entusiasmi ci pensa Horst Seehofer, leader della terza gamba dell’accordo, i cristiano-sociali bavaresi: “Credo che riusciremo a formare un governo entro Pasqua a condizione che il congresso dell’Spd dia il suo consenso e che sia mantenuta la velocità che abbiamo raggiunto durante questi colloqui esplorativi”, ha detto Seehofer della conferenza stampa stamattina a Berlino, a dimostrazione che la strada è sì in discesa ma ancora lunga.

 

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