A San Michele Salentino, in provincia di Brindisi, sei persone hanno ricevuto una lettera da un mittente decisamente originale: Giuliano Dentice di Frasso, principe ereditario dei terreni di quasi tutto il paesino pugliese. Nella missiva, la richiesta di pagare i canoni arretrati per la concessione del fondo. Una vicenda particolare che era rimasta irrisolta da quasi duecento anni.

Le sei persone sono proprietarie delle case, delle mura, delle stanze, ma il terreno su cui sorgono le abitazioni è di proprietà del principe, racconta il Nuovo Quotidiano di Puglia. La vicenda affonda le radici nel 1800, quando l’Italia non era ancora unita e la zona faceva parte del Regno delle Due Sicilie, un’epoca in cui la stessa San Michele Saletino non esisteva nemmeno. In quel tempo, la zona era di proprietà dei Dentice Di Frasso. I terreni furono dati dai nobili agli agricoltori tramite l’enfiteusi, il diritto di poter godere realmente di un fondo di proprietà altrui. Unica condizione, chi riceve il fondo in cambio deve pagare un canone annuo, in denaro o in alimenti. Pagamenti che nel corso degli anni (si parla di quasi due secoli…) non sono stati corrisposti.

Una situazione che poteva creare spiacevoli situazioni. La legge non è mai intervenuta a regolarizzare la questione, così gli ereditieri, che nel frattempo hanno mantenuto i loro titoli nobiliari, avrebbero potuto reclamare le loro zone, pagando una cifra per le migliorie apportate negli anni. Dopo uno stallo infinito, gli ereditieri e i sei abitanti sono riusciti a trovare un accordo, grazie anche all’intervento della Cgil di Brindisi, coni sindacalisti Maria Ciracì e Antonio Macchia, supportati dall’avvocato Carmelo Molfetta. Le famiglie dovranno versare una somma fissa per riscattare il bene di cui si è avuta la disponibilità proprio sulla base del rapporto di enfiteusi. La cifra sarà di 25 a metro quadro per gli immobili e di 3.000 euro a ettaro per i terreni.

Una questione che non riguardava soltanto il piccolo paesino brindisino ma anche altre zone della regione. I Dentice Di Frasso, infatti, sono risultati essere i proprietari di zone che interessano anche i comuni di Ceglie, Mesagne, Francavilla Fontana, Latiano, San Vito dei Normanni e Carovigno.

Articolo Precedente

Papa Francesco e le sue “prese di posizione” scomode nella Chiesa: dai gay ai migranti, dalla corruzione al fine vita

next
Articolo Successivo

Ostia, Fnsi e Libera in piazza contro la mafia e per la libertà di stampa. Don Ciotti: “Politica faccia la sua parte”

next