Si è chiuso con un sit-in che durerà almeno fino a lunedì 28, il corteo romano contro gli sgomberi che era partito nel pomeriggio da piazza dell’Esquilino ed è approdato in serata in piazza Venezia annunciando che “noi da qui non ce ne andiamo finché non ci daranno una risposta concreta sull’emergenza abitativa”. In apertura gli organizzatori avevano dichiarato che “la manifestazione è appena iniziata e siamo già oltre 5.000“. In testa al corteo i migranti sgomberati dal palazzo di via Curtatone a Roma al grido di “Vogliamo una casa” e con un grande striscione con la scritta “Siamo rifugiati non terroristi“. Molti i bambini che, anche in carrozzina, hanno sfilato lungo via Cavour.  “Vogliamo una casa, i nostri giocattoli, da giorni dormiamo in strada”, hanno detto mentre uno di loro ha ricordato i cinque giorni in cui è rimasto all’interno dell’edificio dopo lo sgombero: “Ci hanno rinchiusi per giorni senza poter uscire per andare al parco né stare alla luce. Così non si fa, vergogna, vergogna”. Altri bambini hanno intonato in corso frasi del tipo: “Vogliamo la scuola, vogliamo la casa, vogliamo la luce”.

In piazza, oltre ai migranti, i Movimenti per la casa e i rappresentanti di diverse associazioni. “Con la manifestazione di oggi vogliamo denunciare che siamo stanchi di questi sgomberi che andavano concordati e continuano a non esserlo, chiediamo un tavolo istituzionale con Comune, Regione, Prefettura e Questura per trovare una soluzione”, ha detto Luciano dei Movimenti di lotta per l’abitare. “In Italia ci sentiamo in carcere. Abbiamo documenti regolari ma non possiamo andare in altri Paesi”, ha detto al megafono uno dei rappresentanti dei migranti, mentre il corteo scandiva lo slogan: “Vergogna, vergogna”. E ancora, un altro migrante ha aggiunto al megafono: “Sui giornali insinuano che noi pagavamo un affitto per vivere in quel palazzo non è vero. Nessuno ha mai pagato se non per lavori di manutenzione o pulizia della propria casa”.

Imponenti le misure di sicurezza: il percorso del corteo è stato blindato con uomini e camionette, con varchi di accesso, divieto di portare aste e bottiglie, centinaia di uomini delle forze dell’ordine in campo, con tanto di unità a cavallo e unità cinofile. L’intera manifestazione verrà inoltre seguita con telecamere fisse e mobili da parte della Polizia Scientifica.

All’arrivo della manifestazione in piazza Madonna di Loreto, accanto a piazza Venezia, il corteo si è convertito in sit-in. “Non andremo via fino a quando non ci daranno risposte sulla convocazione di un tavolo istituzionale con Comune, Regione e Prefettura – ha spiegato Luciano, dei movimenti di Lotta per l’Abitare -. E’ disponibile da subito una tranche da 40 milioni di euro per l’emergenza abitativa. Per queste persone noi chiediamo case popolari e non soluzioni provvisorie, anche a Rieti, come è stato proposto. Siamo qui in maniera pacifica. Se credono abbiamo il coraggio di fare un’altra caccia all’uomo con donne e bambini come hanno fatto a piazza Indipendenza”.  Poco dopo la Questura ha fatto sapere che “al termine del corteo una delegazione dei partecipanti ha presentato regolare preavviso per un sit in autorizzato fino a lunedì prossimo”. A quanto riferito dai Movimenti di Lotta per la Casa, proprio lunedì verrà richiesto alla Prefettura un incontro per istituire un tavolo anche con il Campidoglio e la Regione sull’emergenza abitativa.

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