Diciamolo una volta per tutte, la battuta del vecchio Cuore sull’ora legale e sul panico nel partito socialista ha fatto ridere parecchio, ma a distanza di venticinque anni e passa, magari, ha anche un po’ rotto i coglioni. Come hanno rotto tutte le lamentele del caso. È vero, arriva l’ora legale, si spostano avanti le lancette, si dorme un’ora in meno. Un’ora in meno in primavera, quando già l’abbiocco sarebbe più che naturale, vuoi per il cambio di stagione, vuoi per il primo caldo, vuoi per quella strana fase dell’anno, lontana dalle feste di Natale quanto da quelle estive. Tutto vero, tutto legittimo, ma siccome l’ora legale arriva ogni anno, magari star lì a farne un caso di stato, a gridare lamenti al cielo manco fosse arrivata Glenn Close e ci avesse bollito il coniglietto da compagnia, sembra un po’ troppo.

Prendiamola dal verso giusto. Arriva l’ora legale, farà buio più tardi. Se non siete tra quanti ne fanno una questione di bollette (beati voi), fatene almeno una faccenda di buonumore. Il sole fino a ora di cena, le giornate che si allungano a prescindere dall’ora legale, i cambi degli armadi da fare. Ok, la faccenda dei cambi degli armadi, magari, al momento non vi sembrerà qualcosa di così positivo, che con ogni probabilità vi porterà via un fine settimana, ma volete mettere andare in giro in t shirt e calzoni corti invece che col cappotto e gli stivali? Anche a livello estetico, per dire, tutti avremo molto di più da ammirare in giro, che si tratti di bicipiti o di scollature. Sta per arrivare l’estate, e anche se per una notte abbiamo dormito un’ora in più ce ne possiamo fare una ragione. Ormai non dobbiamo praticamente neanche più spostare le lancette, che buona parte degli aggeggi con cui ci teniamo aggiornati sul l’orario lo fanno da soli, dallo smartphone ai tablet. Quasi viene da provare nostalgia per quando dovevamo ricordarlo di farlo prima di andare a dormire, pena arrivare in ritardo la domenica da qualsiasi parte, che sia la messa o la cena a casa della morosa, le paste e il vino da non dimenticare in auto.

Ecco, mettiamola così, con la fine del partito socialista, quello dileggiato da Cuore proprio a causa dell’ora legale, se n’è andata anche la fascinazione del cambio dell’ora. Ora ci si sveglia la domenica, giusto un filo più stanchi, si ha fame dopo per qualche giorno, si vive come fossimo in un paese straniero, ma non troppo, poi di colpo ci si abitua, arriva l’estate, le zanzare e il troppo caldo di cui lamentarci. Ma passa anche quello, tornerà un altro inverno, cadranno mille petali di rose, la neve coprirà tutte le cose, e noi riprenderemo a deprimerci al caldo, sperando torni presto il sole, l’ora legale e le battute sui socialisti.

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