Combattiamo, combattiamo”. L’invito dal palco arriva a coinvolgere il pubblico in una risposta all’unisono: “Combattiamo”. Perché contro le mafie c’è da combattere ancora oggi, sia che si viva in Sicilia, in Campania o in Calabria. Sia che si viva a Roma o in Lombardia. Lo dimostrano le Dieci storie proprio così, in scena fino al 29 gennaio al Piccolo Teatro Grassi di Milano. Storie di vittime della criminalità organizzata, ma anche storie di riscatto. In un percorso che dagli attentati del 1992 contro Giovanni Falcone e Paolo Borsellino arriva fino ai più recenti fatti di cronaca. Come le vicende di Mafia Capitale, con le infiltrazioni nel sistema di gestione degli appalti pubblici e le dinamiche saltate fuori a Ostia, dove il municipio è stato sciolto per mafia e dove il mare è lì a pochi metri, ma non si vede per colpa delle costruzioni sulla spiaggia. O come le vicende di Corsico, comune alle porte di Milano, dove l’amministrazione nei mesi scorsi ha concesso il patrocinio al festival dello Stocco di Mammola, una sagra organizzata dal genero di un boss della ‘ndrangheta trapiantata al Nord.

Lo spettacolo, nato da un’idea di Giulia Minoli che ne firma la drammaturgia insieme alla regista Emanuela Giordano, ha debuttato ieri a Milano nella sua nuova versione. Messo in scena per la prima volta al Teatro San Carlo di Napoli nel 2011, si è via via arricchito di nuove storie raccolte tra i parenti delle vittime di mafia e tra i volontari di cooperative e associazioni che lottano contro la criminalità organizzata. Sul palco sette attori che, in un’alternanza di brevi monologhi e dialoghi serrati accompagnati da musica dal vivo, danno voce a chi sotto i colpi delle mafie è caduto. Ma anche a chi le mafie le ha combattute e le combatte tuttora con iniziative di impegno civile o, semplicemente, portando avanti il proprio lavoro con rigore e onestà. È il caso di Addiopizzo, il movimento nato a Palermo per contrastare il racket delle estorsioni all’insegna del motto: “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. Di Radio Siani, dedicata alla memoria del giornalista Giancarlo Siani, che dal 2009 va in onda sul web da un immobile confiscato al boss Giovanni Birra di Ercolano. È anche il caso della giovane cronista Ester Castano, che nel 2012 ha svelato su un giornale locale alcuni fatti gravi avvenuti a Sedriano, nell’hinterland milanese, anticipando il lavoro della procura e ricevendo in cambio più di una querela dal sindaco.

“A chi ti dice ‘non sono affari miei’, non ci credere. Sono affari di tutti”. Il messaggio scandito dal palco è da diffondere il più possibile. Attraverso il teatro, e non solo. Lo spettacolo, prodotto in collaborazione con l’associazione The CO2 Crisis Opportunity Onlus da teatro Piccolo, Nazionale di Roma, Stabile di Napoli e Stabile di Torino, è una delle iniziative de Il palcoscenico della legalità, un progetto più ampio che coinvolge anche scuole e carceri minorili. Venti ragazzi detenuti negli istituti penali di Palermo e Aiuola (Benevento) hanno così potuto partecipare a laboratori di formazione professionale legati al teatro e uno di loro oggi lavora come tecnico al San Carlo di Napoli. Mentre in giro per l’Italia sono stati organizzati nelle scuole laboratori di educazione alla legalità, con incontri di accompagnamento alla visione dello spettacolo e successivi momenti di dibattito con gli attori e con i protagonisti delle vicende rappresentate. A oggi sono già 30mila gli studenti che hanno visto Dieci storie proprio così. Dopo le date milanesi al Piccolo, torneranno in scena al teatro Argentina di Roma dal 27 marzo all’1 aprile, al San Ferdinando di Napoli dal 27 al 30 aprile e al teatro Gobetti di Torino dal 30 al 31 maggio.

@gigi_gno

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