“Tutti a Natale ritrovano il tempo per le riflessioni perché ci si confronta con persone vere, seduti a tavola coi propri cari”. Ecco la nuova narrazione, formato famiglia intorno al fuoco del Pd di matrice renziana.
Ormai il muro è sfondato e la retorica dei buoni sentimenti, del “volemose bene” è la matrice che sta alla base dell’immaginario del nuovo partito della Nazione, sbarcata anche a Milano, all’assemblea degli iscritti di giovedì 12 gennaio, con tanto di slide e buoni propositi. Perché si sa, a Natale siamo tutti più buoni e tra un torrone e una fetta di pandoro, ci si prende per mano e si dimentica anche la storia. La propria. Così c’è posto solo per il partito dei mille giorni, per le mirabolanti riforme e i grandi successi, per il buonismo formato famiglia da pubblicità del Mulino Bianco.
E dunque, perché perdere tempo a esaminare le sberle ricevute? Perché concentrarsi sul fatto che dagli elettori sono arrivati non segnali ma vere e proprie bastonate? Perché sprecare energie in pensieri negativi come lo storico calo in picchiata degli iscritti? No. Bisogna guardare avanti, rilanciare il sogno, con tanto di retorica in cui la “gente” dei buoni sentimenti che sogna un Paese nuovo può riconoscersi.
Un bellissimo film, di quelli all’americana, con il finale già scritto. Le grandi questioni sociali? Solo accenni, voli ad alta quota guardando tutto dall’alto: immigrazione, periferie, nuove religioni. Il problema del lavoro? Meglio sorvolare, troppo complesso.
Ancora tante slide, però. Sempre quelle. Se non fosse per l’intervento del segretario provinciale Pietro Bussolati, sarebbe stato quasi un copione da Oscar. Così, invece, è sempre la solita desolante retorica del nulla.
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