Ne avevo scritto due anni fa, di Maurizio Crozza e l’effetto collaterale della sua comicità, di renderci tolleranti personaggi indigeribili. Allora era Razzi, oggi è De Luca.
La frase del governatore della Campania all’indirizzo di una donna (Bindi infame, da ucciderla”) fa dichiarare al presidente Pietro Grasso: “De Luca la smetta di imitare Crozza”.
E’ la sintesi dell’effetto collaterale: il comico attinge dalla realtà, ne crea la comicità del luogo comune e il risultato è più vero di quello originale. L’indignazione sepolta da una risata.
Le parole sono cultura e  uccidono.
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Nel frattempo la frase di De Luca all’indirizzo del presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi indigna molto meno delle parole dello stesso De Luca sul clientelismo. La violenza verbale, per di più nei confronti di una donna, è già acqua passata.
Il 25 novembre (anche il 25 novembre) è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e Crozza può fare molto: se le parole possono uccidere una donna prima ancora delle mani, allora Crozza può “uccidere” il suo personaggio smettendo di imitarlo.
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