Dopo 7 anni passati in
Italia saltando da uno studio all’altro, “tra opportunità di crescita e pagamenti in ritardo”,
Francesca ha deciso di andarsene a
New York: ha studiato regia e filmmaking, attivando collaborazioni importanti. Da lì è arrivata l’offerta della vita: un lavoro a
Vancouver, come
character designer su un film d’animazione per la
Twenty Century Fox.
Francesca Natale, 40 anni, romana, è la prima donna al mondo nel suo ruolo. Vive in
Canada da quasi 10 anni, e non ha intenzione di ritornare. “Adoro
Roma, ma è difficile pensare di tornarci a vivere”.
La
passione per il fumetto viene da lontano, da quando
Francesca da bambina collezionava i numeri di
Topolino. “Passavo ore ed ore a ricopiare i miei personaggi preferiti, inventando storie”, ricorda. Laurea in
Storia Moderna, corsi di
illustrazione e
stage di anno in anno: la
disegnatrice è entrata a 28 anni nel mondo del lavoro, iniziando con
Mediaset e poi
Mondo tv. “Per 7 anni non ho fatto altro che passare da uno studio all’altro, inseguendo l’opportunità di crescere professionalmente”, racconta. Per
Francesca non è stato facile “costruire un’indipendenza economica”, ma la
collaborazione con
produzioni tedesche e l’esperienza con un team
internazionale le hanno dato modo di constatare quanto fosse diverso il
livello di professionalità e di
organizzazione degli studi all’estero.
"Quando sono tornata da New York mi hanno chiesto di andare a lavorare a Vancouver per un progetto da 83 milioni di dollari"
In
Italia, insomma, mancava “il
terreno fertile sul quale costruire un futuro professionale”. Così arriva la decisione di lasciare il
Paese e partire per un’esperienza all’estero, a
New York: “Quella città è un’esplosione di energia, sia umana che creativa”. Al ritorno, arriva l’
offerta irrinunciabile. “Mi è stato chiesto di andare a lavorare a
Vancouver come
character designer per un film d’animazione della
Twenty Century Fox. Un progetto da 83 milioni di dollari”.
Da allora (2007)
Francesca vive e lavora in
Canada. La giornata in studio inizia alle 9: si torna a casa alle 18, quando va bene, “ma tutto dipende dalla fase di
lavorazione del film”. Le ore sono piene di
stimoli dal punto di vista creativo, passando tra qualche
meeting e un
calendario fitto di
riunioni, revisioni interne e visite alla
Sony. “Vivere in
Canada? È un po’ l’opposto dell’Italia. Questo Paese ha una storia estremamente recente, una realtà completamente proiettata in avanti, verso il nuovo – spiega –. La sensazione, comunque, è che qui si ha davvero la possibilità di realizzare i propri
progetti”. Non tutto fila liscio. “La
velocità e i
ritmi della vita qui sono serrati – continua – Anche sul mondo del lavoro non si ha alcuna percezione di
staticità. Durante il mio primo anno avevo la
sensazione che la vita fosse
consumata più che goduta”.
"In Italia la maggioranza degli studi vivono di finanziamenti Rai: una macchina burocratica elefantiaca"
Francesca, comunque, non guarda al passato. Durante la gavetta in
Italia è riuscita a costruire la sua
indipendenza economica e lavorativa. Ma, denuncia la
disegnatrice, in realtà non esiste un’economia dell’animazione vera e propria nel nostro Paese. “La maggioranza degli
studi vivono di finanziamenti
Rai: una macchina burocratica elefantiaca, estremamente miope dal punto di vista
creativo e
imprenditoriale”. Francesca non ci sta. “L’ufficio addetto allo stanziamento dei fondi per la
produzione e la valutazione dei progetti è alla mercé di
funzionari di turno – aggiunge – creando un
sistema fallimentare, in cui le piccole
realtà imprenditoriali stentano a stare a galla”.
Oggi, a 10 anni di distanza,
Francesca si è presa la sua rivincita. È lei la prima donna al mondo ad ottenere il ruolo di
character art director per il film
Angry Birds, che ha ottenuto più di 300 milioni di incassi. Oggi è una delle disegnatrici più conosciute al mondo, collabora con
Laika,
Disney e
Universal Pictures. “L’
animazione è ancora un settore piuttosto maschile – aggiunge – spero che molte altre
donne seguiranno questa strada”. Ci vuole tempo, ma la situazione sta migliorando: “D’altronde – sorride – noi donne abbiamo acquistato una certa
rilevanza sociale veramente molto tardi. Basta pensare al
diritto di voto”.
"“L’animazione è ancora un settore piuttosto maschile spero che molte altre donne seguiranno questa strada"
Dopo
Sony e la
20thFox,
Francesca sta lavorando a
progetti cinematografici personali. In cima a tutti un film d’animazione dal titolo
Un inferno di Dante, una versione pulp e in chiave satirica, dove
Beatrice è una escort in gravidanza. “Ne faremo una
graphic novel”, annuncia. E poi un
libro illustrato per bambini, che dedicherà a suo figlio piccolissimo. “Ho ancora mille storie da raccontare. E altrettante avventure da vivere”. Il ricordo dell’Italia sembra lontano. “È stato l’amore per il cinema d’animazione a spingermi all’estero – conclude –. No, non potevo più rimanere”.