Ci sono state due esplosioni a Qamishli, cittadina nel nordest della Siria al confine turco: sono morte 55 persone, mentre ammonta a 160 il bilancio dei feriti. Alcune persone sarebbero invece ancora sepolte dalle macerie, secondo quanto dichiarato da Qaqoub. Un primo attacco è stato compiuto da un camion-bomba vicino a una stazione della polizia locale, secondo quanto riporta l’agenzia curda Rudaw. La seconda esplosione ha invece colpito un quartiere che ospita le sedi della sicurezza, nel quartiere occidentale della città.
Gli attacchi sono stati rivendicati dall’Isis, attraverso un comunicato trasmesso dall’agenzia Amaq: “Un combattente dello Stato islamico – si legge nel comunicato – è riuscito a raggiungere un certo numero di edifici dei curdi grazie a un camion carico d’esplosivo, facendo esplodere anche sé stesso”. Il comunicato prosegue precisando che “l’attacco è una risposta all’uccisione di uomini, donne e bambini nelle aree sotto il controllo dell’Isis (da parte dei militari curdi, ndr)”. Le forze curde combattono ferocemente il sedicente Stato Islamico, soprattutto ad Aleppo e a Raqqa. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani, il conflitto che prosegue da 5 anni ormai, ha provocato 280 mila vittime. La regione di Hasake, omonima del suo capoluogo, è infatti popolata in maggioranza dai curdi ed è stata inserita nella neonata regione autonoma del Kurdistan siriano.

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