Non sono razzista e l’ordinanza con cui ho invitato due famiglie rom a lasciare entro 48 ore il territorio comunale non è di certo un atto d’odio verso quest’etnia: le persone in questione si stavano comportando in modo indecoroso da almeno una decina di giorni”. Il sindaco di Portoferraio (Li) Mario Ferrari chiarisce al FattoQuotidiano.it i motivi che lo hanno spinto a emettere l’ordinanza che ha di fatto dato il via all'”espulsione” dei 33 rom dall’isola (nel giro di poche ore anche gli altri 7 sindaci dell’Elba hanno emesso provvedimenti simili). Sulla legittimità dell’ordinanza di Ferrari inizia però a sorgere qualche dubbio: la prefettura – scrive il Tirreno – ha infatti chiesto formalmente il ritiro dell’atto poiché ritenuto viziato dal punto di vista procedurale. Sulla questione entra a gamba tesa anche l’Aduc, l’Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori: il vicepresidente nazionale Pietro Yates Moretti definisce le ordinanze “illegittime e razziste” e invita i turisti a non trascorrere le vacanze all’Elba.

“E se fossero stati norvegesi?”
Ferrari è stato eletto sindaco nel 2014, sostenuto dal centrodestra (“ma non ho in tasca nessuna tessera di partito”): “L’ordinanza non è rivolta contro i rom bensì contro un comportamento che non può tenere nessuno: nè un tedesco, nè un americano, nè un rom”. Si precisa inoltre che “se queste persone avessero trovato ospitalità in strutture ricettive autorizzate sarebbero potute rimanere”. Poi la provocazione: “Se il provvedimento avesse colpito un gruppo di norvegesi se ne sarebbe parlato così a lungo?”. C’è chi ha parlato di “cacciata” dei rom dall’Elba: “Se la cosa fosse accaduta a Firenze i rom si sarebbero potuti recare alla stazione per lasciare il Comune via treno, noi siamo invece su un’isola, non c’erano alternative”.

“Ordinanza illegittima? Il prefetto può rimuovermi. Ma io sono in buonafede”
Il prefetto ha chiesto il ritiro dell’atto: Ferrari non avrebbe infatti trasmesso l’ordinanza preventivamente alla prefettura e inoltre avrebbe travalicato i suoi poteri chiedendo direttamente l’intervento dei carabinieri. “Ho scritto al prefetto – afferma – sono sicuro della mia buona fede. Se poi si discute di punti e virgole, si fa pura accademia: qui invece dobbiamo garantire la vivibilità di un territorio”. Poi aggiunge: “Non ho affatto sollecitato l’intervento dei carabinieri: il comandante della polizia municipale, visto il numero esiguo di agenti, ha solo chiesto un sostegno per facilitare la notifica dell’ordinanza. Niente di più”. Ferrari è sereno: “Se il prefetto ritiene che io abbia commesso un abuso, può rimuovermi e cancellare l’ordinanza. Io sono pronto a tornare a fare il mio lavoro, sono un architetto: avrei sicuramente meno problemi e uno stipendio decisamente superiore all’indennità da sindaco”.

Aduc, appello ai turisti: “Ordinanze razziste, fate le vacanze altrove”
Secondo l’associazione la decisione dei sindaci “è un caso di scuola di razzismo istituzionale”. L’utilizzo di un atto “contingibile e urgente”, usato normalmente “per fronteggiare gravi e imminenti pericoli all’incolumità pubblica e alla sicurezza urbana, o per emergenze igienico-sanitarie”, è considerato “una forzatura”. Moretti dichiara che “non metterà più piede all’Elba fino a quando queste ordinanze barbare e incostituzionali non saranno revocate”. Poi l’appello: “Ci auguriamo che i turisti, a favore dei quali i sindaci dichiarano di essersi attivati, facciano sentire la propria voce scegliendo un’altra destinazione quest’estate”. Che ne pensa Ferrari? “Se ci sono gli estremi per poter contrapporsi a certe affermazioni, posso anticipare che mi muoverò con determinazione e energia”.

“Centinaia di attestati di stima, pure dall’Australia”
Ferrari non si aspettava tutto questo clamore: “Mi sono trovato nel mezzo di una tempesta oceanica, ricevendo però centinaia di attestati stima, persino dall’Australia”. A scrivergli è stato anche un 52enne di Brindisi: “Sindaco, lei ha le palle: tutto questo buonismo sta rovinando l’Italia”.

“C’è chi ha paura dell’effetto domino”
Ruggero Barbetti, sindaco di centrodestra di Capoliveri, sostiene che “a livello nazionale una chiara parte politica ha paura dell’effetto domino che potrebbe suscitare l’emissione da parte di tanti sindaci di ordinanze uguali a quelle dell’Elba”. Poi l’affondo: “Capisco che le ordinanze dei comuni elbani, sia di destra che di sinistra, possano avere anche un risvolto politico nazionale in una regione dove il candidato a governatore un anno fa si fece fotografare con una famiglia rom prima delle elezioni”.

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