“Io non ho scritto questo”. Vito Piccarreta, il capostazione di Andria in servizio il giorno dello scontro dei treni tra Andria e Corato che ha causato 23 morti e 50 feriti, ha risposto così quando i pubblici ministeri della Procura di Trani, durante un interrogatorio durato oltre sei ore, gli hanno mostrato i registri di viaggio del 12 luglio, data dell’incidente. Piccarreta ha ammesso di aver fatto partire il treno ET1021 diretto verso Corato, che si è poi scontrato con il treno ET1016 sul binario unico. Ha spiegato di aver agito “in base a un automatismo”: c’erano due treni fermi in stazione – l’ET1642 proveniente da Corato con 23 minuti di ritardo e l’ET1021 – e alle 10:59 lui ha alzato la paletta e li ha fatti partire entrambi, il primo verso Corato, l’altro verso Barletta. Ma ha negato di aver fatto la correzione a penna riscontrata sui registri cartacei di arrivi e partenze che gli inquirenti considerano sospetta.
Secondo la versione difensiva, dunque, la modifica dell’orario di partenza del treno non è opera del capostazione ma è stata aggiunta ad arte in un secondo momento. Anche se riporta come orario di partenza proprio le 10.59, orario in cui il capostazione dice di aver fatto partire il treno. “La correzione l’ha disconosciuta. Non l’ha fatta lui”, ha detto il legale di Piccarreta, Leonardo De Cesare. “Ha risposto – ha spiegato l’avvocato – di non averla scritta lui. Un’alterazione posticcia c’è ma non l’ha messa Piccarreta”.
Un errore, comunque, c’è stato. Il convoglio fermo ad Andria e diretto verso Corato – secondo le indagini – non doveva partire perché Piccarreta sapeva che da Corato era in arrivo un altro convoglio, che lui stesso stava aspettando in stazione.
Attorno alle 11.07, un minuto circa dopo il disastro, come risulta dai tabulati acquisiti dalla polizia, il capostazione di Andria ha chiamato il collega di Corato e lo ha avvertito di aver dato la partenza al treno. A quell’ora nessuno dei due capistazione, indagati insieme ad altre quattro persone per omicidio colposo plurimo, lesioni personali colpose e disastro ferroviario, sapeva dello scontro mortale.
Il capostazione di Corato Alessio Porcelli, stando a quanto anticipato dal suo difensore Massimo Chiusolo, sosterrà però che Picarreta non lo ha avvisato “che aveva dato la partenza al convoglio ET1021” e che “sapeva che da Corato erano in arrivo due treni, uno dei quali, l’ET1642, era appena arrivato ad Andria”.
Lunedì intanto è sceso a 17 il numero dei feriti ricoverati in ospedali pugliesi dopo il disastro ferroviario del 12 luglio. Oggi è stato dimesso un ulteriore paziente dall’ospedale di Andria mentre, sempre da Andria, un altro paziente in prognosi riservata è stato trasferito alla “Fondazione Maugeri” di Cassano Murge. I dati sono raccolti e diffusi dal dipartimento per le Politiche della Salute della Regione Puglia.
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