Esiste la formula segreta per vincere i concorsi e indossare una divisa. E’ un algoritmo ritrovato dalla Finanza di Napoli. Era in possesso di uno degli indagati raggiunti dalle attività investigative e dalle perquisizioni di un’inchiesta sui concorsi truccati per accedere all’Esercito, l’anticamera di un ingresso definitivo in un corpo delle varie forze dell’ordine. L’algoritmo in questione consentirebbe di rispondere esattamente a tutte le domande dei quiz e dei test di ammissione. Insomma, è la via breve per vincere il concorso senza passare per lo studio, l’impegno, la fatica e il merito. Traccia il percorso per mettere le crocette nelle caselle giuste dei quesiti. Sarebbe la chiave di accesso all’agognato posto fisso, per i quale ragazzi di buona famiglia e i loro genitori erano disposti a versare fino a 50.000 euro a militari, ufficiali e sottufficiali promotori delle ‘proposte’, oltre a mediatori di vario genere. Persone accusate di lucrare sulla disperazione della disoccupazione galoppante.

Le vie dell’imbroglio sono infinite. E se le indagini condotte dai finanzieri agli ordini del colonnello Giovanni Salerno e coordinate dalla Procura di Napoli – pm Stefania Buda, procuratore aggiunto Alfonso D’Avino – dovessero trovare riscontri, se ne svelerebbe una nuova. Un’autostrada inventata da una, solo presunta al momento, collaudata squadra di corruttori con gli agganci giusti nei posti giusti: ai vertici delle forze dell’ordine e dell’Esercito, mentre gli investigatori stanno verificando eventuali agganci nelle commissioni esaminatrici e nelle società che immettono i dati nei test e li forniscono, sui quali sarebbe stato costruito l’algoritmo.

L’inchiesta è in fase embrionale: ci sono 14 indagati, tra cui un generale dell’Esercito in pensione, un finanziere, alcuni sottufficiali. La lente di ingrandimento è puntata sull’esito di sette concorsi banditi negli ultimi due anni. I finanzieri hanno perquisito case, uffici e le sedi di alcune scuole private che preparano gli allievi ai test. Le informative sulle scrivanie dei pm che hanno ordinato le perquisizioni sono piene di trascrizioni di intercettazioni ed esiti di appostamenti che documenterebbero i passaggi di denaro. Agli inquirenti risulta che molti di quelli che hanno pagato, poi hanno superato il concorso. Ma una finestra delle indagini è aperta su una ipotesi di millantato credito, che accompagna quella di corruzione per induzione. Sono scritte entrambe sul decreto di perquisizione eseguito nei giorni scorsi: la richiesta di denaro potrebbe in teoria anche essere un raggiro, e la vittoria nel concorso, una coincidenza.

Nel corso delle perquisizioni la Finanza ha ritrovato 100mila euro in contanti, buste con elenchi di nomi (forse i clienti) e un tariffario: il prezzo per superare i concorsi diviso ‘a pacchetti’, a seconda dell’esame da superare e del corpo al quale accedere (esercito, polizia, carabinieri). La tariffa di 50.000 euro sarebbe relativa al ‘pacchetto completo’: dai test fisici fino ai quiz e alle prove orali. Solo 20.000 euro, invece, per chi si affidava ai mediatori dopo aver superato le prove fisiche. Uno sconto consistente. Tutto è partito da una soffiata: un ragazzo al quale avevano fatto la proposta indecente. Ha rifiutato e ha denunciato. Un altro pure ha detto no, ma senza denunciare. Verrà ascoltato in queste ore, come testimone.

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