La Corte Suprema degli Stati Uniti ha bocciato la legge che limita l’aborto in Texas, una delle più severe nel Paese per le sue restrizioni, legge considerata dai suoi oppositori incostituzionale perché limita il diritto delle donne a scegliere l’interruzione di gravidanza.

E’ la prima volta dal 2007 che l’Alta Corte americana si pronuncia sull’aborto e la decisione di respingere la legge sponsorizzata in Texas dall’ex governatore repubblicano Rick Perry rappresenta una grande vittoria per il movimento che si batte per il diritto all’aborto. Il provvedimento introduceva norme molto restrittive sulle cliniche in cui è possibile interrompere una gravidanza, stabilendo standard più severi rispetto al passato, pena la chiusura della struttura.

La legge, che era stata approvata dai repubblicani nel 2013, è stata bocciata per 5 voti contro 3 poiché le norme sono state giudicate illegittime. La legge ha già causato il taglio di molte cliniche che non erano in linea con i nuovi criteri, portandolo da 40 a 10. Con la decisione odierna è stato scongiurato il rischio di una revisione dei principi costituzionali che regolano il diritto all’aborto, che a quel punto avrebbe coinvolto milioni di persone in tutti gli Stati Uniti.

Hillary Clinton, candidata democratica alla Casa Bianca, ha elogiato la decisione dei giudici. “Una vittoria per le donne in Texas e in tutta l’America”, ha scritto Clinton su Twitter. “La lotta non è finita: il prossimo presidente deve proteggere la salute delle donne – ha aggiunto l’ex segretario di Stato – Le donne non saranno punite per l’esercizio dei loro diritti fondamentali”.

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