“L’aereo è apparso ad un’altezza di 37 mila piedi all’interno dello spazio aereo (greco, ndr) senza alcuna deviazione, poi è è scomparso dagli schermi dei radar dopo meno di un minuto dopo essere entrato nello spazio aereo egiziano”. La Compagnia nazionale di servizi alla navigazione aerea egiziana – in una nota diffusa dall’Ufficio stampa del governo e attribuita all’amministratore delegato, il capitano Ehab Mohieldin – ha indirettamente smentito le dichiarazioni del ministro della Difesa greco Panos Kammenos, negando che il volo Egyptair Parigi-Il Cairo – scomparso dai radar la notte del 19 maggio – abbia compiuto brusche virate prima di inabissarsi nel Mediterraneo giovedì scorso a nord di Alessandria d’Egitto.
Come riportato da vari media, e come ricorda oggi il sito del quotidiano Al Ahram rilanciando il comunicato, Kammenos giovedì aveva dichiarato che l’aereo “immediatamente dopo essere entrato nella Fir (la flight information region, ndr) del Cairo ha compiuto brusche virate e una discesa che descrivo così: 90 gradi a sinistra e poi 360 gradi a destra”.
I resti umani recuperati in mare dopo la caduta dell’aereo, pur essendo “estremamente piccoli” e sebbene sarà necessario l’esame del dna per compiere le identificazioni, “sicuramente” forniranno elementi utili per risalire all’origine del disastro. “Sebbene queste parti siano estremamente piccole daranno sicuramente indicazioni sul modo in cui sono morte delle vittime, per esplosione, urto o pesci feroci”, scrive il sito Masrawy citando una “fonte della medicina legale”, che attende familiari delle vittime per condurre gli esami del Dna, riferisce la fonte citata da Masrawy.
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