Manuel era in macchina con me, lo vedevo strano. E gli ho chiesto perché il giorno prima non mi ha risposto al telefono. Non mi ha dato nessuna risposta”. Così inizia il racconto di Valter Foffo, padre di Manuel, il 29enne reo confesso dell’omicidio di Luca Varani, assassinato con la complicità di Marco Prato. Ospite di Porta a Porta (Rai Uno), Foffo, titolare di un noto ristorante romano e di un’agenzia di pratiche automobilistiche, spiega tutte le tappe che hanno condotto alla finale confessione del figlio al pm. “Ho insistito nelle mie domande” – continua il padre di Manuel – “e mi ha detto che non aveva risposto perché era sotto cocaina. Quando ho sentito ‘cocaina’, mi sono venuti i brividi. E gli ho chiesto: ‘Ma non ti vergogni? Sei pazzo? Sei sceso così in basso?’. Io non mi sono mai accorto di nulla”. E sottolinea: “Manuel è sempre stato un ragazzo modello, un ragazzo contro la violenza, un autodidatta, un ragazzo molto buono. Forse eccessivamente buono. E’ anche riservato, con un quoziente intellettivo superiore alla norma“. Foffo continua il suo racconto: “Mio figlio mi ha poi detto che aveva fatto cose ancora più in basso. Io gli ho risposto: ‘Più in basso dell’assumere cocaina non c’è niente’. E lui: ‘Abbiamo ammazzato una persona. Io e un mio amico, che ho visto due volte. Il cadavere è a casa’“. Valter Foffo spiega che il figlio era gonfio, troppo tranquillo e ancora sotto l’effetto della cocaina e aggiunge: “Eravamo a circa 200 km da Roma. Quando ho capito che nelle sue parole c’era un fondo di verità, siamo ritornati indietro . Ho chiamato il nostro legale di famiglia, che è arrivato prontamente, e il 112”

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