Spunta una nuova versione sulla presunta identità del signor Franco, il fantomatico 007 che, secondo Massimo Ciancimino avrebbe tenuto i rapporti tra il padre Vito – già sindaco mafioso Dc di Palermo – e le istituzioni, avallando l’accordo con Cosa nostra negli anni delle stragi mafiose. Ciancimino jr oggi ha deposto in aula a Palermo nel processo sulla trattativa Stato-Mafia e ha affermato di aver riconosciuto nel video di una cerimonia “al Quirinale” il personaggio in questione, senza però farne il nome. Nome che però aveva fatto davanti ai pm di Caltanissetta e Palermo il 28 maggio 2012, indicando una persona corrispondente a Ugo Zampetti, attuale segretario generale della presidenza della Repubblica. La circostanza riferita da Ciancimino, tuttavia, non è stata ritenuta credibile dai pm delle due procure siciliane.

“La vicenda è talmente ridicola e surreale che non meriterebbe neanche un commento”, afferma Giovanni Grasso, consigliere per l’informazione della presidenza della Repubblica. “Nondimeno per la sua gravità sarà ovviamente oggetto di denuncia penale da parte dell’interessato”.

A suo tempo, la Procura di Caltanissetta ha depositato l’interrogatorio in forma riassuntiva e senza omissis nel processo in cui il figlio di don Vito è accusato di avere calunniato l’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro. Agli atti di Caltanissetta anche una foto che lo stesso Ciancimino dichiara di avere scattato dalla tv e ha poi inviato ai magistrati. Nell’immagine il segretario generale del Quirinale, dal 1999 al 2014 segretario generale della Camera, viene immortalato accanto all’ex premier Mario Monti e all’ex presidente del Senato Renato Schifani.

I colleghi palermitani, invece, hanno depositato il verbale integrale, ma pieno di omissis e senza la foto.
Nel documento agli atti a Caltanissetta, si legge che il signor Franco sarebbe stato “nell’entourage di Scalfaro, Violante e Napolitano” (in realtà Zampetti non ha mai lavorato alla Camera né con Scalfaro né con Napolitano, ndr), mentre il nome di Napolitano è stato coperto da omissis dai pm palermitani.

Omissis a parte, sono diverse anche le versioni di Ciancimino depositate dalle due Procure. Nel verbale riassuntivo, dopo aver dato atto dell’acquisizione della foto nella quale Ciancimino “ritiene di aver riconosciuto il signor Franco accanto al presidente Monti e al presidente Schifani”, si aggiunge che il teste “ribadisce di essere convinto della indicazione dell’identità del soggetto raffigurato nel signor Franco”. Nel verbale integrale, invece, depositato dalla Procura di Palermo, i termini sono molto meno netti e Ciancimino, tra condizionali e forme dubitative, parla di generica somiglianza.

La “rivelazione” non è stata ritenuta credibile né dai pm di Palermo, che non hanno svolto alcun accertamento dopo avere acquisito la foto, né da quelli di Caltanissetta, che hanno depositato il verbale proprio per dimostrare la scarsa attendibilità del figlio dell’ex sindaco da loro accusato di calunnia. Sentito oggi al processo sulla trattativa Stato-mafia in cui è imputato, infine, Ciancimino jr, rispondendo alla domanda del pubblico ministero Nino Di Matteo, ha specificato di non avere mai riconosciuto con certezza in foto il signor Franco.

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