Tantissimi anni fa Riccardo Cocciante cantava un brano dal titolo Era già tutto previsto. Brano attualissimo, a guardare il mondo della musica, anche oggi. Riccardo Cocciante, allora, se tirava fuori una hit rimaneva in vetta alla classifica per settimane, poi toccava a un’altra hit, sua o di un suo collega, cui toccava la stessa sorte. Funziona così con le hit, brani che sono tali proprio per la loro capacità di sfondare, di rimanere in vetta alle classifiche, di fare sfaceli. Oggi la faccenda appare diversa. Parecchio diversa.

Guardiamo alla classifica della settimana, consapevoli che non è certo nelle classifiche che si trova necessariamente la qualità, ma intenzionati a occuparci di numeri, oggi, non certo di valori assoluti. Due settimane fa è uscito quello che è uno degli album più attesi dell’anno, tra gli artisti italiani, Simili di Laura Pausini. Ne abbiamo scritto, esprimendo certe vaghe perplessità. L’album è schizzato il giorno di uscita in testa alla classifica di iTunes e dopo una settimana, in vetta alla classifica ufficiale, quella della FIMI. Fin qui, per dirla con il riccioluto cantautore nato a Saigon, era già tutto previsto. Come era previsto, da noi, quel che sarebbe successo dopo. Sul momento, ovviamente, la stessa Pausini ha esternato una felicità per i traguardi raggiunti che, onestamente, ci saremmo aspettati di più da una novellina. Prima su iTunes.

Fermiamoci un attimo. Nel 2009, anno in cui ha esordito al Festival di Sanremo Malika Ayane, in una conferenza stampa entrata nella storia la sua discografica, Caterina Caselli, ha gelato gli animi rispetto iTunes e le classifiche digitali. Andando a memoria, ha detto qualcosa che suonava come “Malika è finita prima su iTunes, sì, avevamo un centinaio di euro da investire”. La risposta, alquanto secca, arrivava a un giornalista che aveva esternato forse eccessiva soddisfazione per la vetta di iTunes raggiunta subito dall’esordiente Malika. Entusiasmo freddato dalla Caselli, capitano di lungo corso della discografia, che ha sottolineato come bastassero, allora, pochi spicci per finire in vetta. Oggi, chiaramente, le cose sono un po’ diverse: invece che un centinaio di euro ne servono qualche centinaio, al massimo qualche migliaio.

Col che, ovviamente, non si vuole dire che chi finisce in vetta si sia comprato le proprie copie, intendiamoci, questa era consuetudine della vecchia discografia, di quando ancora esistevano gli LP, ma bastano davvero poche migliaia di copie e si finisce primi. Anche se non si è David Bowie (o Fabri Fibra con Squallor), che si decide di arrivare sul mercato a sorpresa, già solo con le prenotazioni si può esser certi della vetta. Fai sapere con una sorta di eccitato countdown che stai per uscire, e quando finalmente sei fuori vendi subito quel che hai da vendere, finisci in vetta e poi scendi subito, perché chi doveva comprare ha comprato. Questo, in genere succede a chi ha numeri non altissimi. Laura Pausini, cribbio, non rientra nel novero di questa categoria, o almeno non ci rientrava. Perché dopo una settimana Simili non è più primo. E non è neanche secondo. È terzo. Primi gli One Direction, secondo Justin Bieber. Bye bye vetta.

Chiaro, stasera ci sarà lo special tv, su Rai1, rimandato per i fatti di Parigi, e qualcosa si tornerà a muovere, ma nella follia del mercato attuale la faccenda si è fatta assai complicata per la Pausini, e un po’ per tutti gli artisti che hanno incautamente deciso di uscire prima di Natale. Non bastassero di due colossi che ora sono saldamente in testa alla classifica italiana, e anche del resto del mondo, ieri è uscito anche 25 di Adele, si suppone prossimo numero uno. Poi settimana prossima usciranno altri due campioni di vendite italiane, i Modà, attesissimi da uno stuolo di fan preparati a dovere da RTL 102.5, loro discografica e editrice, e Emma (una che è finita in vetta a iTunes col singolo, e la sera era già quarta). C’è anche Biagio Antonacci, ma con una raccolta, quindi con meno ambizioni, si suppone. Settimana dopo arriva anche Marco Mengoni, gli vogliamo negare la vetta?

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