Con il passare delle ore il filo di speranza si era fatto sempre più sottile. Poi la notizia, arrivata direttamente da Alberto Solesin, padre di Valeria Solesin, 28 anni, che venerdì sera era al concerto degli Eagles of Death Metal al Bataclan di Parigi. Un locale che è diventato luogo di una strage dove i kamikaze hanno ucciso 89 persone. E tra loro c’era anche Valeria. “Nostra figlia è morta”, ha detto Alberto Solesin, uscito per pochi minuti insieme alla moglie e al figlio dalla loro abitazione a San Marcuola, nel centrale sestiere di Cannaregio, a Venezia. “Abbiamo la certezza ma manca solo per motivi burocratici l’ufficialità”. Un’ufficialità che arriva nel primo pomeriggio dalla Farnesina e dal console italiano Andrea Cavallari, giunto all’obitorio di Parigi a place Mazas, dove si trova il corpo di Valeria insieme a quelli delle altre vittime morte negli attacchi del 13 novembre. La Procura di Roma ha anche aperto un fascicolo sul decesso della ragazza e sul ferimento di due cittadini residenti a Senigallia, mentre il presidente del Consiglio Matteo Renzi, oltre a esprimere il suo cordoglio alla famiglia, ha proposto l’istituzione di una borsa di studio intitolata alla dottoranda italiana.

“Era una persona meravigliosa e l’unica cosa che ci preme ricordare di lei in questo momento”, ha aggiunto la madre di Valeria, Luciana Milani. “Ricordate – ha detto ai giornalisti – che era una persona, un cittadina, una studiosa meravigliosa”. E ha proseguito: “Ci mancherà molto e credo, visto il percorso che stava facendo, che mancherà anche al nostro Paese per le doti che aveva”. La madre di Valeria ha inoltre ricordato che la figlia “aveva lavorato anche seguendo i senza tetto della città. Questo dice tutto, dimostra la sua voglia di conoscere in tutte le sfaccettature le realtà che andava a studiare e frequentare”.

Mattarella: “Valeria figlia d’Italia e d’Europa” – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato una lettera ai famigliari della ragazza per esprimere “cordoglio e solidarietà” suoi e “dell’Italia intera, sapendo che nulla potrà lenire il vostro grandissimo e composto dolore“. “Valeria era figlia d’Italia e d’Europa – ha scritto il Capo dello Stato -. È stata uccisa da mano barbara, fomentata da fanatismo e odio contro la nostra civiltà, i suoi valori di democrazia, di libertà e di convivenza. Valeria è stata uccisa, insieme a tanti altri giovani, perché rappresentava il futuro dell’Europa, il nostro futuro”. Poi ha assicurato che “insieme ai Paesi amici risponderemo con intransigenza a questa micidiale sfida di sopraffazione e morte. Come durante gli anni del terrorismo interno, lo faremo senza far venir meno le ragioni del diritto e della giustizia che fondano la nostra civiltà, ma con determinazione”.

Chi era Valeria Solesin – E’ cresciuta nel cuore di Venezia, a Cannaregio. Dopo il diploma al liceo scientifico Benedetti di Venezia, si era trasferita a Trento dove si è rapidamente laureata in sociologia. Da qui era andata per un dottorato proprio a Parigi, dove viveva da quattro anni, per proseguire gli studi specialistici all’Università Parigi 1, La Sorbona, approfondendo il rapporto del ruolo delle donne divise tra famiglia e lavoro con una particolare attenzione alle relative differenze tra Francia e Italia. In pochi anni aveva già pubblicato alcuni saggi, entrando anche nello specifico di alcune realtà cittadine molto diverse. Uno dei suoi lavori, ad esempio, riguardava il paragone tra l’Italia, frammentata in tanti comuni grandi e piccoli, e la Francia con Parigi catalizzatrice della comunità transalpina. La madre ha ricordato la sua esperienza con i clochard di Parigi, “per conoscere tutte le sfaccettatura di una realtà che andava a studiare e frequentare”.

Dai suoi amici era considerata uno dei cosiddetti ‘cervello in fuga’ perché in Italia non trovava spazio per affermarsi. Come ha fatto sapere ieri il Consolato generale d’Italia a Parigi, Valeria Solesin “si trovava nella sala concerti con alcuni amici, quando c’è stato l’attentato sono scappati tutti, la sua amica l’ha vista ferita, ha preso la borsa con il cellulare ed è scappata. Da quel momento di lei non si hanno più notizie”. La ragazza era senza documenti perché la borsa l’aveva l’amica. Era al Bataclan con il fidanzato, Andrea Ravagnani, la sorella di lui, Chiara, (entrambi di Dro, Trento) e il fidanzato di quest’ultima, Stefano Peretti, di Verona. I quattro sono riusciti a scappare dividendosi. Il suo ragazzo non è poi più più riuscito a rintracciarla. Fino alla conferma di questa mattina.

“Volontaria di Emergency” – A ricordare la ragazza è intervenuto su facebook Gino Strada, fondatore di Emergency. Valeria, infatti, è stata per anni volontaria dell’associazione umanitaria. “Ciao Valeria, grazie – ha scritto – Anche lei tra le vittime del terrorismo che ha sconvolto Parigi. Abbiamo avuto la fortuna di conoscerla e apprezzarla da volontaria di Emergency, prima a Venezia e poi a Trento. A lei un pensiero commosso e un abbraccio fraterno a tutti i suoi cari”. E anche la figlia, Cecilia Strada, ha ricordato la ragazza con un tweet:

Condoglianze anche da parte del sindaco Luigi Brugnaro:    

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