Il taglio delle tasse sulla prima casa promesso da Matteo Renzi e già censurato dalla Commissione Ue avrà un effetto collaterale che piacerà ai pochi fortunati che hanno il bene di vivere in un castello: l’Italia diventerà l’unico tra i grandi Paesi europei in cui questi ricchi proprietari immobiliari non sono tenuti a pagare imposte di proprietà. Infatti, come è noto, il governo nella legge di Stabilità inserirà non solo l’abolizione della Tasi, ma anche quella dell’Imu prima casa, quella che grava su circa 40mila abitazioni di lusso, ville e, appunto, castelli. Non per niente da più parti si è fatto notare che l’operazione favorirà di più i ceti più abbienti. Ora il portale LuxuryEstate.com, confrontando la pressione fiscale prevista in Spagna, Regno Unito, Francia e Germania, arriva alla conclusione che la Penisola dopo il varo della manovra sarà “il luogo ideale per chi sogna di vivere in un castello grazie al totale azzeramento di ogni imposta di proprietà”.
In Italia oggi i castelli rientrano nella categoria catastale A9 e saranno gli immobili che più di ogni altro beneficeranno dei tagli fiscali: se sono la residenza principale del proprietario, si parla di circa 1.800 euro l’anno di risparmio.
Nel Regno Unito, invece, la pressione fiscale su questo tipo di immobili non tende al ribasso, anzi: in Scozia, per esempio, la Land and buildings transaction tax è salita da poco dal 7% al 12%. In Francia non esiste la categoria immobiliare “chateau” e di conseguenza i castelli sono equiparati a tutti gli altri immobili, portando i proprietari a spendere mediamente tra i 4.500 e gli 8.500 euro l’anno. La Germania ha tasse sulla proprietà che oscillano tra il 3,5% e il 5% del valore dell’immobile. Se, però, il castello viene acquistato per uso privato, si applica un’Iva sulla compravendita pari al 19%. L’unico vantaggio, vista l’età dei castelli tedeschi, è l’esenzione dall’obbligo di redigere un certificato sulla prestazione energetica della dimora. In Spagna l’abolizione della tassa di proprietà scatta solo se il Comune in cui si trova l’immobile riconosce il suo valore e lo dichiara monumento storico di interesse culturale.
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