carrozzine scuola 640

L’anno scolastico è iniziato da poco. Ho ricevuto tantissime richieste di aiuto per quanto concerne la scuola. Innanzi tutto mi accorgo che la televisione quando propone servizi che si occupano del tema scuola, naviga in acque a dir poco confuse. Inevitabilmente si confondono le due figure: insegnanti di sostegno e assistente (specialistico alle scuole superiori di secondo grado).

Cosa nasconde questo messaggio così confuso? A mio avviso un generalizzato pensare che vede l’alunno con grave disabilità assorbito dalle competenze di chi si dovrebbe occupare di lui. L’individuo, la personalità, l’essere umano si assottigliano in qualche immagine sempre possibilmente molto malinconica, sdolcinata e zuccherosa. Tutti dolci, teneri, sorridenti questi alunni disabili! Io li farei stare venti minuti con mia figlia quando si arrabbia per qualcosa… Magari scoprirebbero che sarebbe ora di cercare un canale per temperare i singoli distanti imbarazzi. Perché non se ne può proprio più.

Le famiglie vanno in Tv, ci mettono la faccia loro e dei propri cari. Subiscono per necessità il doversi mostrare a tutti i costi. Parlano ore e poi quei due minuti che ne vengono fuori li lasciano spesso basiti. Montaggi che travisano, sfigurano e schiaffeggiano le loro lotte quotidiane. La loro armonia di vita. Quella non fa pubblico. Ci vuole il pietismo per nutrire lo spettatore. O il miracolo. Anche quello si vende bene.

La sostanza? La solita. Dopo tre mesi dove tutti prendono il sole, postano feste, cene e viaggi noi contiamo le scatole di medicinali consumati per alleviare i nostri dolori estivi. Abbiamo combattuto con il fermo vacanze (degli altri), soli nel periodo ovviamente più delicato. Ma a questo ormai siamo abituati.

Poi tutti felici che le scuole riprendano. A noi capita che arrivi l’orticaria. Potrà entrare il primo giorno l’alunno con disabilità dai 3 ai 19 anni? E’ un mistero. E se per grazia ricevuta gli sarà garantito l’ingresso arriverà fino in classe? Non è affatto una conseguenza scontata. E siamo positivi!
Si arriva in classe. Ma per quante ore? Ma quanto rompono questi disabili e le loro famiglie! Ore di sostegno ridotte, cattedre non assegnate, assistenti fantasmi. E così si aprono le voragini del paradosso. Le stesse famiglie sopravvissute alla vacanze piantano le tende fuori le scuole per essere lì pronti al pannolone da cambiare, alla merenda da somministrare, all’ora di buca di coprire, all’assemblea ben costruita che porta fuori la scuola intera e lascia dentro i disabili da soli… Con tutta una farraginosa gestione di recupero che ne scaturisce.

Un punto particolarmente oscuro che merita un approfondimento riguarda la competenza degli assistenti specialistici alle scuole superiori. Sapevate che i nostri figli dalla terza media al primo anno di superiori compiono un progresso burocratico che li rendi autonomi per andare in bagno? Spiego meglio: se fino a giugno l’assistente della scuola media aveva il compito di cambiare il pannolone o accompagnare in bagno, al primo anno di superiori, e quindi tre mesi dopo, l’alunno disabile fa da solo. Incredibile vero? E infatti l’alunno rimane sporco. Perché non è affatto così. Ma ecco arrivare il battaglione del personale Ata formato sulla carta, ma raramente nella realtà. Personale che non conosce l’alunno, che non ne sa nulla di disabilità, specie se motoria e grave, e quindi si aprono le danze del rimbalzo.

Ora, io mi chiedo una cosa molto banale: se questo accade puntualmente da anni, con la vecchia, la nuova, la buona e ottima scuola, ci sarà per caso qualcosina che non funziona a monte? Se l’alunno con disabilità ha l’insegnante di sostegno, l’assistente deve assistere cosa di preciso? Entrare in classe con due persone che fanno servizio body guard a vantaggio di chi? Però tanto è. Con buona pace delle singole volontà, delle singole eccezioni, del singolo valore umano.

A scuola di Diletta è capitato che due insegnanti abbiamo accudito e curato l’igiene degli alunni. Non c’era personale. Non era arrivata la sostituzione. Ma l’insegnante di sostegno è un insegnante o cosa? Tutti a parlare di buona scuola. A me è apparsa la solita scuola. E dubito che qualcosa possa cambiare se non cambia il pensiero sociale, se la comunicazione non evolve e non si adegua al 2015.
Proviamo a fare una buona comunicazione, magari pian piano arriveremo ad una buona scuola naturale.

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