Quattro donne nude di spalle in uno spot pubblicitario hanno creato scalpore in Australia. Sono quattro commesse della catena di cosmetici Lush che si sono prestate a posare senza veli per la campagna “Go naked“. Lo slogan è “Preferiamo stare nude, come almeno 100 dei nostri prodotti” e l’obiettivo è quello di sensibilizzare le consumatrici all’abbattimento dei packaging ritenuti dall’azienda spesso inutili. I corpi rappresentati nella loro nudità non sono piaciuti ai connazionali australiani che prontamente hanno coinvolto anche l’Ufficio che regola la pubblicità nel Paese. Lo spot è stato considerato dai più “pornografico”.

L’azienda, difendendosi, ha risposto così: “Le donne raffigurare sono parte del nostro gruppo che hanno creduto nell’idea. Gli scatti non sono stati modificati perché pensiamo che non bisogna vergognarsi dei nostri corpi come sono al naturale, perché ognuno di noi è bello nella sua diversità”. Dopo le polemiche sullo spot, una delle protagoniste, Courtney Fry, dipendente della Lush, ha dichiarato: “Ciò che spero è che alle persone sia prima di tutto arrivata l’informazione. Il nostro intento era, su tutto, di educare. Voglio essere parte del cambiamento, non del problema!”.

Nonostante le buone intenzioni, lo spot è stato ritirato. L’Advertising Standards Bureau, infatti, accogliendo la protesta ha affermato che l’unico scopo della campagna era quello di provocare scalpore. Dall’altra parte c’è chi punta il dito contro questa decisione: siamo sicuri che se al posto di quattro donne normali con le loro imperfezioni ci fossero state quattro modelle photoshoppate il risultato sarebbe stato lo stesso?

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