ponte stretto berlusconi

Presidente Renzi, con L’Aquila ancora da ricostruire, un Sud e delle isole con gravi problemi infrastrutturali, senza strade, rotaie e, soprattutto, una Salerno-Reggio Calabria ancora da completare, accade che, il Ministro dell’interno, l’On. Angelino Alfano, a capo di uno dei dicasteri più delicati e importanti del Paese, dichiari alla stampa nazionale che il Ponte sullo stretto di Messina, con buona pace di tutti, non può considerarsi, in buona sostanza, un capitolo chiuso.

“Non vedo ragioni per cui non si debba più parlare del Ponte sullo Stretto di Messina e noi in Parlamento presentiamo una proposta di legge per realizzarlo. So che la sinistra si opporrà, ma accadrà come con la riforma dell’articolo 18: dicevano che avevamo lanciato un dibattito ferragostano, e ora è legge dello Stato”; e ancora “non è possibile che l’Alta velocità arrivi fino a Reggio Calabria e poi ci si debba ‘tuffare’ nello Stretto, per poi rincominciare a viaggiare a… bassa velocità. Questo è un progetto che vogliamo rilanciare”. Così Alfano.

Ma come? Neanche un anno fa, l’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’On. Maurizio Lupi, sembrava aver chiarito che “Il capitolo sul Ponte sullo Stretto è chiuso perché lo ha chiuso qualcun altro. Le leggi in Italia si rispettano. Qualcuno nel 2012, ha approvato con legge la decisione di mettere in liquidazione la società. Ci sono contenziosi in corso, e quindi lo Stato dovrà, tenendo conto di quella legge, fare gli atti e prendere le decisioni conseguenti”.

Caso vuole che lunedì 21 settembre l’Aula della Camera abbia avviato la discussione generale di una mozione di Forza Italia, a prima firma dell’On. Roberto Occhiuto, sulla conclusione dei lavori dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria e il potenziamento del sistema dei trasporti della regione Calabria e che a questa sia stata abbinata una seconda mozione presentata da Sel, a prima firma dell’On. Franco Bordo, dove, tra le altre cose, proprio alla luce di quanto dichiarato dal ministro Alfano si impegna il governo “a confermare che la realizzazione dell’opera relativa al Ponte sullo Stretto di Messina rappresenti veramente un capitolo chiuso per l’attuale Esecutivo, nonché ad astenersi da qualsiasi iniziativa volta a favorire in qualsiasi modo il rilancio e la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina”.

E allora che si fa Presidente Renzi? A buon intenditor poche parole. L’impegno di questa mozione sarà approvato o no? O c’è altro che dobbiamo sapere?

Non sarebbe affatto male, anche per sgombrare il campo da qualsiasi dubbio sulla realizzazione di quella immensa e costosissima opera, di cui si discute da anni che nulla ha a che fare con le reali esigenze delle Regioni meridionali connesse alle reti di trasporto.

Ma poi, chi pagherebbe secondo Alfano la realizzazione di questo Ponte? A quali risorse si farebbe riferimento?

Ma, soprattutto, con quale coraggio può un ministro della Repubblica continuare a parlare di una cosa del genere, quando dovrebbe essere chiaro a tutti che in Italia si vive in perenne emergenza per problemi di dissesto idrogeologico e se solo fanno due gocce, purtroppo, crolla ancora tutto.

Cosa dovremmo fare, metterci a calcolare tutte le altre cose, le altre opere, che si dovrebbero finanziare con i fondi che si impegnerebbero per costruire questo benedetto ponte?

Del resto, presidente Renzi, se neanche gli antichi romani, che hanno costruito gli acquedotti più imponenti, prosciugato laghi, fatto cose che difficilmente abbiamo visto ripetersi almeno nella nostra Storia, sono riusciti a realizzare un’opera del genere, ci sarà pure un motivo o no?

Ci pensi bene Presidente. La mozione è in calendario e andrà in votazione e non è escluso che qualche altro Gruppo di Deputati “Pro Ponte” presenti presto un documento finalizzato a riaprire il famoso dossier.

Aggiornato il 23 settembre alle ore 10,30

Tra le altre cose, il sito internet della Camera dei Deputati ha pubblicato oggi una nuova riformulazione della mozione di Forza Italia a prima firma dell’On. Occhiuto ove si impegna il governo “a chiarire definitivamente le intenzioni e i programmi, se sussistono, in merito alla realizzazione dell’opera relativa al ponte sullo Stretto di Messina, nonché sull’eventuale stanziamento di ulteriori risorse, anche a copertura degli oneri derivanti da procedure di contenzioso”.

Non solo, spunta anche la mozione del Gruppo Ncd, il partito del ministro Alfano, a prima firma dell’On. Dorina Bianchi dove si impegna il governo “a valutare l’opportunità di una riconsiderazione del progetto del ponte sullo Stretto di Messina quale possibile elemento di una strategia di riammagliatura del sistema infrastrutturale del Mezzogiorno”.

Insomma la questione del Ponte sullo Stretto di Messina rimane ancora aperta, presidente Renzi. E sono proprio i rappresentanti di un partito che compone il suo governo a riaprirla. Cosa succederà?

Un’ultima riflessione, questa volta rivolta ai lettori. Contrariamente a quanto molti pensano seguirei con molta attenzione l’esito della votazione degli impegni di queste mozioni. E’ vero che in Parlamento di mozioni se ne depositano sempre molte e a quelle approvate non sempre i governi hanno dato seguito nell’attuazione degli impegni. Ma sulla questione del Ponte sullo Stretto di Messina possiamo dire di no. Durante la scorsa legislatura, infatti, fu approvata una mozione del Gruppo dell’Italia dei Valori, a prima firma dell’On. Antonio Borghesi, che, come si ricorderà, contribuì sensibilmente all’affossamento del Progetto del Ponte sullo Stretto di Messina.

Articolo Precedente

Ponte sullo Stretto, mozione di Sel contro Alfano: “No al rilancio del progetto”

next
Articolo Successivo

Riforme, lo scontro Renzi-Grasso sul Senato dei nominati. Ecco perché il presidente deve riaprire il dibattito

next