Dopo la stretta sulle intercettazioni invocata da Pignatone e Bruti Liberati, “Pubblicabili solo le ordinanze”, anche Raffaele Cantone (presidente dell’Anac) si schiera per il ‘bavaglio’: “Stabilire regole chiare per il loro utilizzo. A oggi abbiamo verificato che purtroppo la semplice deontologia dei giornalisti non è sufficiente a stabilire un limite”. Un cambio di passo rispetto a quanto dichiarato solo tre settimane fa, quando, interrogato sul caso delle dimissioni di Lupi, sosteneva che i cronisti avessero fatto “il loro mestiere”. Il presidente Anac, anche se invoca una modifica dei regolamenti sulla pubblicazione, è chiaro su quanto questo strumento sia prezioso per le indagini soprattutto di mafia e corruzione: “Non se ne può fare a meno”   di Fabio Capasso

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“Saluto fascista allo stadio non è reato perché non è luogo dove si fa politica”

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