Il 4 marzo avrebbero dovuto riesumare il corpo di Alberto Bonanni, il 29enne massacrato di botte da quattro persone il 26 giugno del 2011 nel rione Monti a Roma e morto a dicembre scorso, dopo tre anni e mezzo di coma. Con il decesso la magistratura romana ha riaperto il fascicolo processuale, tramutando il capo d’accusa in omicidio volontario e non più tentato omicidio. Così il legale di uno degli imputati, già condannati in Appello, ha chiesto l’incidente probatorio e l’acquisizione di altre prove con nuovi accertamenti medico legali. Al cimitero di Roviano (Roma), dove è sepolto Alberto, erano presenti centinaia di persone per presidiare la tomba accanto alla madre, Patrizia Innocenzi, che qualche giorno fa ha scritto una lettera al presidente della Repubblica, chiedendo la sospensione del provvedimento del giudice per scongiurare l’ennesimo dolore per lei e i suoi familiari. Il presidente Sergio Mattarella non ha risposto, ma i compaesani di Patrizia si e la riesumazione non è avvenuta “per motivi di ordine pubblico” precisa il sindaco di Roviano, Sandro Ceccarelli. “Mi sono consultato con le forze dell’ordine – prosegue il primo cittadino – e ho deciso di revocare l’ordinanza emessa a seguito della decisione del giudice”. Un sospiro di sollievo per Patrizia che ringrazia la gente del paese che ha presidiato per ore la tomba, ma non abbassa la guardia: “Voglio solo un po’ di tranquillità – racconta la madre – se tornano di nuovo per prendersi Alberto, saremo ancora tutti qui”  di Luca Teolato

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