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Smashing Pumpkins, ecco “Monuments to an elegy”: “Chitarre e ancora chitarre”

L'album, il decimo in studio, arriva a poca distanza dall'undicesimo "Day for night", previsto per il 2015: " “La gente mi chiede sempre di spiegare le canzoni, ma io non so farlo, davvero. Qualcosa non va nel nostro universo. Ma dobbiamo ancora amare”

di Maurizio Di Fazio

Martedì 9 dicembre esce il nuovo disco degli Smashing Pumpkins, “Monuments to an elegy”. Il decimo album della band di Chicago. E l’undicesimo, intitolato “Day for night”, arriverà a stretto giro di posta, nel 2015. Momento di estasi creativa per Billy Corgan e compagni, si direbbe. O meglio, si spera. Perché dopo i grandi capolavori degli anni novanta, “Siamese dream” e soprattutto il doppio monumentale e definitivo “Mellon Collie And The Infinite Sadness”, e “Ava Adore”, le nostre Zucche Predilette sono entrate in un cono d’ombra che è sembrato irreversibile. Il genio lunare e lunatico di Corgan ha perso sangue e smalto.

Le sue visioni poderose e sinfoniche hanno cominciato a smarrire la poetica magniloquenza di prima. Dove prima tutto, come per incanto, si teneva, sono spuntate le prime crepe strutturali. Il suo demone artistico le ha poi provate un po’ tutte. Anche a fingersi angelico, gaio e sorridente. Bando al connaturato spleen, largo a un rock semi-solare, ma di una luce distante e artica, affidato al progetto-flop degli Zwan e a un’improbabile quanto sparuta carriera solista. Poi la recrudescenza degli Smashing, con “Zeitgeist” (siamo al 2007) e con “Oceania” (2010). Episodi trascurabili, ma insomma, sempre meglio che niente. La classe di Billy Corgan, seppure diluita in dosi omeopatiche, resta di un altro pianeta. Così come il suo carisma dolce, la sua aura oscura ma non insana, il suo esistenzialismo ora elettrificato ora pacificato. Si può uscire vivi dagli anni novanta. Ma a che prezzo.

La classe di Billy Corgan, seppure diluita in dosi omeopatiche, resta di un altro pianeta. Così come il suo carisma dolce, la sua aura oscura ma non insana

È insomma con il classico pessimismo della ragione e ottimismo della volontà che ci approcciamo a questo imminente nuovo cd degli Smashing Pumpkins. Anticipato da due estratti, che in fondo lasciano ben sperare. Corgan lo aveva preannunciato così: “Chitarre, chitarre, chitarre e ancora chitarre”. Come ai vecchi tempi, con quella mescolanza di hard rock, pop, punk e psichedelia. E poi ancora: “Sarà un disco crudele. A me la vendetta!”. E infine: “La gente mi chiede sempre di spiegare le canzoni, ma io non so farlo, davvero. Qualcosa non va nel nostro universo. Ma dobbiamo ancora amare”.
“Monuments To An Elegy” (il titolo, come sempre, è fantastico), sarà disponibile dal 9 dicembre e conterrà queste nove tracce: 1. Being Beige (World’s on Fire); 2. Anti-Hero; 3. Tiberius; 4. Run to Me; 5. One and All; 6. Drum and Life; 7. Dorian; 8. Monuments; 9. Anaise.

“La gente mi chiede sempre di spiegare le canzoni, ma io non so farlo, davvero. Qualcosa non va nel nostro universo”

Difficile se non impossibile che contenga una nuova “Bullet With Butterfly Wings“. Però ventisei anni dopo la loro fondazione, e dopo aver catturato lo spirito tormentato ma supersonico di un’epoca, gli Smashing Pumpkins sono ancora tra noi. E non è affatto poco.

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