A Porto Ferraio il sindaco eletto a maggio 2014 l’ha sostituito con un torneo di calcetto. Così l’UniversoCorto, una delle più curiose esperienze festivaliere italiane nell’ambito dei cortometraggi, dedicata ai lavori degli studenti universitari di cinema, se ne torna nella natia Pisa dopo quattro anni di trasferta sull’Isola d’Elba. La kermesse nata nel 2003 grazie all’iniziativa del circolo culturale “Giovani Persone” presenta per il 6 dicembre 2014 undici corti finalisti provenienti da ogni parte del mondo e lo fa come da diversi anni a questa parte affidandosi a due numi tutelari d’eccezione: il fotografo Mario Dondero e il regista Roberto Faenza. “Mario è un amico e Roberto si avvicinò a noi mentre teneva un corso universitario a Pisa”, spiega al fattoquotidiano.it il direttore artistico, Francesco Monceri, “iniziammo nel 2003 cercando di valorizzare i lavori creati dagli studenti universitari, coinvolgendo direttamente l’ateneo pisano e il cineclub L’Arsenale. All’epoca in Italia non c’era nemmeno la possibilità di caricare e spedire via web i propri cortometraggi, nel giro di pochi anni è avvenuta una rivoluzione”.

Iniziammo nel 2003 cercando di valorizzare i lavori creati dagli studenti universitari, coinvolgendo direttamente l’ateneo pisano e il cineclub L’Arsenale

Una prima edizione con circa 200 corti pervenuti, poi appena Vimeo ha cominciato a marciare ecco duplicarsi e triplicarsi le stringhe per visionare i video: “Ci arrivano lavori dalla Cina e dal Giappone. Abbiamo presentato corti che hanno vinto al Sundance di Redford e al Festival di Cannes. Però la componente principale del materiale che ci viene spedito è sociale e ultimamente si stanno imponendo molto il Sud America, i paesi dell’Est, l’India. Infine ci siamo aperti anche a realizzatori non provenienti solo dal mondo universitario”. Alla presidenza di giuria di questo piccolo festival si sono succeduti Dondero e Faenza, ma anche lo sceneggiatore e regista Roan Johnson, il fotografo Oliviero Toscani, il regista Marco Bellocchio, gli attori Corrado Fortuna e Regina Orioli: “Il cinema è un’arte costosa. Per fare un lungometraggio ci voglio ancora molti quattrini”, continua Monceri, “il cortometraggio continua così ad essere il miglior banco di prova per scorgere nuovi talenti. Tutti i più grandi hanno iniziato con un corto particolarmente interessante. Cito Les Mistons di Francois Truffaut nel 1957 prima di esordire con “I quattrocento colpi” nel 1959. Wes Anderson si fece conoscere al Sundance con la versione corta di Bottle Rocket (che poi sarà un lungo in italiano “Un colpo da dilettanti” ndr).

Il cinema è un’arte costosa. Per fare un lungometraggio ci voglio ancora molti quattrini”, continua Monceri, “il cortometraggio continua così ad essere il miglior banco di prova per scorgere nuovi talenti

O ancora Dondero mi ha sempre raccontato come rimase affascinato, visto che aveva seguito la sua realizzazione sul set, da uno dei primi corti di Roman Polanski: “Due uomini e un armadio” (1958)”. Così da UniversoCorto viene rilanciata un’idea pratica, agevolata ancor di più dalla proiezione in digitale nelle sale: “Perché non torniamo all’accoppiata corto più lungometraggio in sala? Sarebbe bello vedere quello che al Sundance o Cannes si è spesso fatto. Con questa standardizzazione del gusto del pubblico al ribasso l’esperimento potrebbe risultare interessante”. Undici i corti finalisti del 2014 che si possono trovare su questa pagina web, tutti rigorosamente selezionati prima di proporli alla giuria, spesso con rifiuti che nonostante le dimensioni limitate del festival hanno fatto scalpore: “Il clamore più grosso fu quando nel 2009 rifiutammo il corto “Scacco Matto” con protagonista l’allora amichetta di Berlusconi, Noemi Letizia. Uscirono articoli su tutti i quotidiani nazionale e ci tempestarono di chiamate. E che dovevamo fare? Non ci piaceva, era brutto. L’abbiamo scartato come centinaia di altri che continuano ad arrivarci ogni anno”. Per informazioni: www.universocorto.org

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