“Trovo che l’intervento di Schettino nel corso di un seminario organizzato da un docente dell’Università La Sapienza di Roma sia un fatto sconcertante”. Il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, commenta così la scelta di fare intervenire l’ex comandante della Costa Concordia nell’ambito di una lezione universitaria presso l’ateneo romano. Ma, contrariamente a quanto riportato inizialmente dalle agenzie di stampa, non si è trattato né di una lectio magistralis né di un evento che ha avuto luogo alla Sapienza. L’episodio, infatti, si è svolto sabato 5 luglio presso il Circolo Aeronautica, Casa dell’Aviatore nell’ambito di un seminario all’interno del Master in Scienze criminologico-forensi dell’ateneo romano “Dalla scena del crimine al profiling”. Oggetto del dibattito era la “ricostruzione dell’evento critico della Costa Concordia con l’aiuto della grafica in 3D” e non la “gestione del panico”. Ma, al di là delle precisazioni sul luogo e il tema dell’evento, il problema resta. Tanto che oltre al ministro, si esprime con parole durissime pure il rettore Luigi Frati, che parla di “iniziativa autonoma e indegna presa da un docente”, un “grave episodio” che l’ateneo “condanna fermamente” e dal quale “prende le distanze”. 

Non solo. La procura di Grosseto ha incaricato la polizia giudiziaria di acquisire presso l’Università tutta la documentazione relativa alla lezione, con l’obiettivo di verificare se Schettino abbia fatto dichiarazioni di interesse per il processo che lo vede imputato a Grosseto per il grave disastro della Costa Concordia, che ha causato 32 morti. La decisione di fare approfondimenti è stata presa dal procuratore Francesco Verusio al termine di una riunione con i suoi sostituti ed è probabile che venga ascoltato il docente che ha invitato l’ex comandante. Si tratta di Vincenzo Mastronardi, psichiatra, criminologo clinico e titolare della cattedra di Psicopatologia forense della Sapienza e del master che, dopo le polemiche rimbalzate sui media, è stato deferito al Comitato Etico “perché ne valuti i profili, anche ai fini disciplinari”. Inoltre, tra gli accertamenti che sono stati disposti oggi dalla procura, sempre secondo quanto appreso, uno potrebbe riguardare l’eventuale compenso erogato a Schettino per la sua partecipazione al master in qualità di relatore esperto.

 

La difesa del docente della Sapienza – Mastronardi, però, si difende dalle accuse: “Basta polemiche – dice – Quell’incontro non è stato fatto nel contesto universitario della Sapienza né di altre università – tiene a ribadire il criminologo- era un evento riservato ad esperti. Una mia iniziativa collaterale e non un master”. Il docente, poi, specifica di volere chiarire tutto. “Incontrerò presto il rettore dell’Università Sapienza, Luigi Frati, per spiegare ogni singolo passaggio di questa vicenda. E non escludo azioni legali contro quella parte di stampa che scrive menzogne nei miei confronti”. Mastronardi è convinto di non aver fatto “un errore, ma di essere stato vittima di un accadimento” poiché “sono stati proprio i legali di Schettino a telefonarmi – ha spiegato – per chiedermi di essere presenti. Fino all’ultimo mi sono augurato che Schettino non venisse ma quando è arrivato cosa dovevo fare?”. Il docente ha spiegato che l’ex comandante ha parlato circa 7 minuti davanti a circa 60 persone, tra studenti e adulti, “non ci sono stati né applausi, né fischi, ma una domanda alla fine sul perché dell’avvicinamento della nave all’isola del Giglio”.

L’avvocato di Schettino: “Non era lectio magistralis” – Interviene per minimizzare anche Schettino stesso che, per voce del suo legale Cataldo Calabretta fa sapere: “Contrariamente a quanto riportato dal quotidiano La Nazione, notizia poi ripresa dai principali organi di stampa, precisiamo, con la presente, che il comandante Francesco Schettino non è stato chiamato a tenere, né ha tenuto alcuna lectio magistralis presso l’Università La Sapienza di Roma, né in altra sede universitaria ma si è limitato a commentare un video sul naufragio della Costa Concordia“. Secondo l’avvocato Calabretta dunque “il comandante, nell’ambito di un’iniziativa riservata ad esperti del settore, si è limitato a commentare un video in 3D in cui venivano ricostruiti i momenti successivi al naufragio della nave Costa Concordia (dall’urto all’ammaino delle scialuppe)”. “Si tratta pertanto – ha aggiunto – di un inaccettabile tentativo di screditare Schettino, sottoposto, ormai da tempo, a un indegno linciaggio mediatico portato avanti, come in questa occasione, attraverso la diffusione di notizie niente affatto corrispondenti alla verità”. 

Il ministro Giannini: “Sconcertante” – “L’autonomia universitaria non può essere declinata in spregio alle famiglie delle vittime della tragedia della Concordia che rappresenta ancora una ferita aperta per questo Paese”, ha detto in una nota il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini. “Non si può certo pensare – continua il ministro – di rendere più attrattivi Master e seminari sfruttando l’onda mediatica perché si tratta di un atteggiamento che non fa onore alla nostra Accademia. Le nostre Università devono continuare a essere luoghi in cui si trasmettono il sapere, la dottrina e il metodo e non dove si produce spettacolarizzazione”.

A sollecitare le parole di condanna da parte di Viale Trastevere erano stati in mattinata i senatori Ncd Antonio Gentile, Giovanni Bilardi, Guido Viceconte, Piero Aiello e Ulisse Di Giacomo che avevano chiesto al ministro di intervenire “oggi stesso” per annullare il master “se è vero che il dottor Schettino, dopo un’estate sugli scogli, insegna gestione del panico a un master di criminologia alla Sapienza”. I senatori poi ricordavano che l’ex comandante “è imputato con gravissimi indizi per la strage della Concordia e quanto sta accadendo offende la memoria delle vittime e lo stesso concetto di Paese normale dell’Italia agli occhi del mondo. Invitiamo anche il Rettore della Sapienza ad agire motu proprio – concludeva la nota – visto che non vi è nulla di scientifico in questa iniziativa, tanto che sembra un insulto istituzionale assegnare all’ex comandante la gestione del panico”.

Il rettore Frati: “La libertà accademica non può essere irresponsabilità” – “La partecipazione di Schettino è stata una iniziativa autonoma ed indegna di un docente, con la libertà accademica che non può essere irresponsabilità – ha spiegato in una nota il rettore Luigi Frati – La Sapienza prende le distanze dal così grave episodio, lo condanna fermamente, e deferisce immediatamente il professor Mastronardi al Comitato etico, perché ne valuti i profili, anche ai fini disciplinari”.

La Sapienza, ha proseguito Frati, “è indignata per il fatto e prende le distanze dall’iniziativa del direttore del Master, professor Vincenzo Maria Mastronardi. Tutti ricordano il dialogo da Livorno tra il Comandante dell’area-Tirreno e Schettino – ricorda il rettore  – con l’ordine perentorio di ritornare sulla nave, che nel mezzo del disastro era stata abbandonata da Schettino con i passeggeri in grave pericolo. Basterebbe questo per bollare l’iniziativa del direttore del Master come deviante rispetto alle finalità di un qualsiasi evento accademico”.

“Alle patetiche scuse del professor Mastronardi, immediatamente chiamato telefonicamente dal rettore – sottolinea la nota dell’università – fa riscontro il programma, ora acquisito, di ‘Sabato 5 luglio 2014, Circolo Aeronautica, Casa dell’Aviatore’ ore 11.00-12.30 – Ricostruzione dell’evento critico della Costa Concordia con l’aiuto della grafica in 3D; commenterà il Comandante Francesco Schettino’. Proprio il programma accentua la gravità dell’episodio per le sedi (università e Aeronautica militare), per l’assenza – osserva La Sapienza – di contraddittorio (sarebbe stato interessante la presenza di qualcuno dei passeggeri o di chi ha avuto un parente deceduto), per non esservi stata una doverosa astensione essendovi un procedimento giudiziario penale in corso (con l’aggravante di dare strumentalmente allo Schettino una platea universitaria)”.

La tesi di Schettino sul naufragio della Concordia – Nella sua ricostruzione del naufragio, l’ex comandante sfida la verità dei periti e degli ufficiali della Capitaneria. Ribadisce che dopo l’urto sugli scogli del Giglio è stato lui a portare la Costa Concordia a ridosso del porto dell’isola per consentire così le operazioni di soccorso. La sua, però, è una tesi che è già stata smentita dalle relazioni di ammiragli e ingegneri nominati dal tribunale. Nelle ultime settimane, durante il trasferimento del relitto a Genova, l’ex capitano era andato oltre, sostenendo che il merito del successo del trasferimento del relitto a Genova fosse anche suo.

“L’esito positivo ed encomiabile della complessa operazione, che ha consentito di recuperare la Concordia senza creare danni ambientali, ha rafforzato la mia convinzione di avere compiuto la giusta decisione, nel lasciarla adagiare sul basso fondale anziché correre il rischio che potesse inabissarsi al largo – aveva dichiarato in una nota scritta diffusa dalle agenzie di stampa – Durante il trasferimento non ho mai avuto dubbi in merito al buon esito dell’operazione e rivedere la Concordia in porto credo possa essere ragione di riflessione in merito alle scelte compiute, dopo l’urto con il basso fondale delle Scole”.

Secondo Schettino, poi, “l’inaspettato e repentino abbattimento su di un lato della nave, congiuntamente alle concause verificatesi, queste ultime tuttora in corso di accertamento processuale, hanno purtroppo contribuito alla dolorosa perdita di vite umane. Questo evento luttuoso nel dolore unisce coloro che sono stati direttamente toccati negli affetti più cari. Che sia ora la mano dell’uomo a demolirla – aveva aggiunto – farà in modo che la Concordia riviva in altre forme e questa consapevolezza allevia ferite che difficilmente possono essere comprese da chi non è addetto ai lavori”.

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