Cosa ci fanno a Bologna, in piena estate, seduti attorno ad un tavolo, davanti ad uno schermo cinematografico, i registi Mike Leigh, Alexander Payne e Michel Hazanavicius? Non è un indovinello faceto, perché la risposta è alquanto seria: celebrano il mito di Charlot. A 100 anni dalla creazione di una delle maschere comiche del cinema più celebre al mondo, la Cineteca di Bologna offre una full immersion di informazioni, visioni e suggestioni attorno al genio e alla (apparente) sregolatezza di Charlie Chaplin.

La Cineteca bolognese, da anni protagonista assoluta del restauro dell’intera filmografia Chaplin, e che nel 2013 ha portato a termine il lavoro di catalogazione e digitalizzazione dell’intero archivio dell’attore britannico affidatigli dall’Association Chaplin, ospiterà dal 25 al 28 giugno decine di collaboratori, studiosi, parenti e amici dell’inventore del “vagabondo” in bombetta, bastoncino e baffetti. Infatti Charlot apparve per la prima volta il 7 febbraio 1914 in Kid Auto Races at Venice, cortometraggio di nemmeno sette minuti, diretto da Henry Lehrman ma ideato e interpretato dallo stesso Chaplin.

Lavoro che potrà essere rivisto gratuitamente la sera del 25 giugno in Piazza Maggiore a Bologna, all’interno delle 51 serate di cinema gratuito “Sotto le Stelle del Cinema”, assieme agli altri Charlot di A Night in the Show (1915), The Immigrant (1917) e Shoulder Arms (1918) accompagnati dall’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Timothy Brock. Le giornate chapliniane proseguiranno poi dal 26 al 28, tra ricordi e proiezioni con il premio Oscar Kevin Brownlow a presentare il suo nuovo lavoro filmico dedicato a Chaplin e la Prima Guerra Mondiale, il 27 al teatro Arena del Sole con Dan Kamin, il mimo che insegnò a Robert Downey Jr come “diventare” Charlot per il film del 1992 di Richard Attenborough. Poi ancora il biografo di Chaplin, David Robinson, ma soprattutto con l’arrivo del figlio di Charles, Michael Chaplin e Claire Bloom, protagonista femminile al debutto in Luci della ribalta (Limelight, 1952), tra Chaplin e Buster Keaton, oggi splendida 74enne. 

Le giornate di convegno saranno infine tutte puntellate da un susseguirsi di proiezioni chapliniane nelle sale del Cinema Lumière, mentre per gli amanti della memorabilia ci sarà la mostra con i manifesti originali di Léo Kouper, il disegnatore francese – che sarà ospite a Bologna – collaboratore di Charles Chaplin e autore di tutte le affiche per le riedizioni dei suoi film, che lo stesso Chaplin curò negli anni Cinquanta. La quattro giorni chaplianiana sarà anche il preludio per l’annuale festival del cinema restaurato che la Cineteca di Bologna organizza da 28 anni.

Il Cinema Ritrovato 2014 (28 giugno- 5 luglio) proporrà 360 film in 8 giorni, quattro sale di proiezione, slot per 16 ore di proiezione al giorno: dall’alba del cinema ai nuovi restauri, un viaggio nello spazio e nel tempo attraverso le immagini in movimento che coinvolgerà registi che hanno fatto la storia (Costa-Gavras, Ettore Scola), o che ora stanno mettendo in luce tutto il loro giovane talento (Alice Rohrwacher), premi Oscar (come Giuseppe Tornatore che presenterà in piazza Maggiore il restauro di Salvatore Giuliano di Rosi), volti senza tempo e volti di oggi (Barbara Steele, Bérénice Bejo), un guru del giornalismo mondiale come Bob Silvers, fondatore della “New York Review of Books”, protagonista del nuovo film di Martin Scorsese, A 50 Years Argument.

In Piazza Maggiore, la prima sera del festival, sabato 28 giugno si inizia con il film culto Gioventù bruciata di Nicholas Ray, folgorante esordio di James Dean, protagonista di una “trilogia del restauro” (realizzata da Warner Bros) con Rebel Without a Cause verranno infatti presentate al festival le nuove edizioni de La valle dell’Eden di Elia Kazan e Il gigante di George Stevens. Un altro focus del festival sarà orientato sulle produzioni e il tema dell’anno 1914 che vide lo scoppio della Grande Guerra: il festival metterà in luce le istanze pacifiste in Maudite soit la guerre del belga Alfred Machin che già nel 1913 ne prediceva gli orrori, fino a Le Croix de bois, ricognizione sulle distruzioni della Prima Guerra Mondiale realizzata da Raymond Bernard, oltre a rarissime immagini girate dai dirigibili francesi sui luoghi di battaglia, proprio nel 1918, al termine del conflitto.

Il 1914 è anche l’anno in cui esplode il fenomeno dei diva-film e il rapporto tra cinema e moda diviene da quel momento indissolubile fino ai giorni nostri: Sangue bleu con una Francesca Bertini modella e attrice, pronta a un sontuoso cambio d’abito per ogni cambio di scena; Fior di male, dove invece regna la diva Lyda Borelli. Immagini inedite dalla IX Olimpiade, quella del 1928 ad Amsterdam, l’Olimpiade maledetta da Mussolini, che disprezzò i deludenti risultati italiani, e segnò il destino di un film che torna a vedere oggi la luce. Poi ancora Il colore del melograno realizzato nel 1969 da Sergej Iosifovič Paradžanov, autore che subì negli anni del regime sovietico censure e carcere, il cui nuovo restauro, voluto da Olivia Harrison, moglie di George Harrison, restituisce i pieni e lussureggianti colori dell’edizione originale. Sempre in area Beatles, infine, si chiude il festival celebrando i 50 anni di A hard day’s night con introduzione del regista Richard Lester.

Articolo Precedente

Niccolò Ammaniti diventa regista con il documentario The Good Life

next
Articolo Successivo

Flaiano Film Festival, tutti i film della stagione

next