Le analisi sul Dna, 18 mila prelievi, hanno dato la svolta sul caso dell’assassinio di Yara Gambirasio. Test che hanno rivelato prima il padre, poi la madre del presunto killer Giuseppe Bossetti. L’ipotesi vincente è quella del figlio illegittimo avuta dal professor Emiliano Giardina, docente all’Università di Tor Vergata di Roma e tra i consulenti del caso. “E’ stata un’indagine complessa ma alla fine lo sforzo di centinaia di persone coinvolte è stato appagato” afferma al telefono il professore che non nega la frustrazione avuta negli anni. “Serviva un pizzico di fortuna e alla fine è arrivato, perché il lavoro, nonostante le critiche sull’eccessivo dispiegamento di mezzi, è stato imponente e ben fatto” ci tiene a sottolineare. Bossetti dunque è il killer con certezza? “Il Dna rivela presenze non responsabilità, di sicuro dovrà spiegare come mai ci sono tracce del suo codice genetico sugli indumenti della ragazza” spiega Giardina. “Io escludo errori, a questo punto sono impensabili”. E aggiunge: “E’ la prima volta che un’analisi del Dna serve a costruire un’ipotesi e non a confermare le prove su un presunto assassino – afferma il professore – questo ci dice quanto è utile potenziare la ricerca genetica da affiancare alle indagini tradizionali”. Secondo Giardina  servirebbe anche una banca dati del dna come negli altri paesi europei. “Casi simili a questo si potrebbero risolvere molto più velocemente”  di Irene Buscemi

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