Sabato l’Italia ha vinto, e di giustezza, contro l’Inghilterra nella partita di esordio di Brasile 2014, ma non è ancora campione del mondo. Una vittoria all’inizio oltre che per i tre punti è ottima per il morale, per l’ambiente, per facilitare alcune decisioni difficili che inevitabilmente dovrà prendere Prandelli (leggi esclusione di Cassano). Una vittoria all’inizio è decisiva per ammorbidire le critiche di stampa e televisioni ma, appunto, non ti fa vincere un Mondiale: basti pensare che quattro anni fa a Sudafrica 2010 la Spagna fu sconfitta all’esordio dalla Svizzera e poi trionfò in finale contro l’Olanda. O che l’Italia campione del mondo dell’82 cominciò con tre pareggi di fila, mentre nel 2002 sconfisse l’Ecuador ma poi uscì agli ottavi contro la Corea. In totale gli azzurri nelle diciotto edizioni cui hanno partecipato della Coppa del Mondo nella prima partita hanno vinto nove volte, pareggiato sei e perso solo tre. 

Proprio in Brasile ci fu la prima sconfitta all’esordio. A San Paolo nel 1950 l’Italia perse 3-2 contro la Svezia di Hasse Jepson – che l’anno dopo passò all’Atalanta e poi per cento milioni al Napoli di Achille Lauro venendo ribattezzato ‘o Banco ‘e Napule – e non si qualificò al turno successivo. Sconfitta nella prima partita anche quattro anni dopo a Svizzera 1954 dai padroni di casa, quando per la seconda volta consecutiva gli azzurri non passarono il turno, l’Italia perse anche a Usa 1994 abbattuta da bolide dell’irlandese Houghton. Quell’anno però, nonostante il passaggio del turno da ripescata come migliore terza, l’Italia di Sacchi arrivò fino alla finale di Pasadena dove si arrese solo ai rigori al Brasile. 

Non avendo partecipato a Uruguay 1930, l’esordio dell’Italia fu nel mondiale giocato in casa quattro anni dopo. Le squadre partecipanti erano 16 disposte in un tabellone tennistico. Il 27 maggio 1934 allo Stadio Nazionale di Roma, tra saluti romani e solenni celebrazioni della sanguinaria dittatura fascista, l’Italia superò per 7-1 gli Stati Uniti. Fu il viatico della conquista della prima Coppa del Mondo. Quattro anni dopo a Francia 1938 copione simile: nonostante i fischi di Marsiglia per il saluto fascista dei giocatori, l’Italia superò 2-1 la Norvegia ai tempi supplementari e al termine del torneo si laureò campione per la seconda volta. Poi le due sconfitte all’esordio nel 1950 e 1954 e nel 1962 in Cile il primo pareggio: 0-0 con la Germania Ovest. A Messico 1970 un gol di Domenghini contro la Svezia fu il primo successo di una competizione entusiasmante, dove gli azzurri si arresero solo in finale al Brasile. 

Vittoria anche a Germania 1974, 3-1 contro Haiti, e ad Argentina 1978, 2-1 contro la Francia. Nel 1982 lo 0-0 contro la Polonia fu il primo di tre pareggi nel girone (gli altri contro Polonia e Camerun) che non impedirono agli azzurri di cominciare a vincere contro Argentina, Brasile e Polonia e di trionfare l’11 luglio a Madrid contro la Germania Ovest per la terza stella. A Messico 1986 la nazionale campione in carica di Enzo Bearzot cominciò con un brutto 1-1 con la Bulgaria, con Sirakov che negli ultimi minuti pareggiò il gol di Altobelli, e la nazionale uscì agli ottavi contro la Francia di Platini e Tigana. L’esordio nelle notti magiche di Italia 1990 segnò l’esplosione di Totò Schillaci: partico come riserva entrò a un quarto d’ora dalla fine e dopo 3 minuti segnò l’1-0 contro l’Austria. Schillaci sarà capocannoniere con sei gol, l’Italia di Azeglio Vicini si arrenderà ai rigori nella semifinale di Napoli con l’Argentina. 

Detto della sconfitta del 1994 contro l’Irlanda, l’Italia partì col freno a mano tirato anche a Francia 1998, dove solo un rigore (molto dubbio) di Roberto Baggio a pochi minuti dalla fine permise alla squadra di Cesare Maldini di agguantare il Cile sul 2-2. Gli azzurri arrivarono ai quarti con la Francia, dove i rigori si confermarono una maledizione dopo la finale di quattro anni prima. Nel 2002 in Corea e Giappone l’Italia di Giovanni Trapattoni con una doppietta di Bobo Vieri si sbarazzò facilmente dell’Ecuador del finto spauracchio De La Cruz, ma non andò oltre gli ottavi quando uscì contro la Corea ai supplementari per il gol del perugino Ahn, subito ripudiato dal presidente Gaucci in un ingiustificato eccesso di patriottismo. Il 12 giugno 2006 a Hannover una punizione di Pirlo e un gol di Iaquinta per il 2-0 contro il Ghana lanciarono gli uomini di Lippi verso il cielo di Berlino, e il quarto trionfo mondiale. Un bel ricordo, che sarebbe inutile guastare con la cronaca dell’1-1 dell’Italia contro il Paraguay nel tragico Mondiale di Sudafrica 2010.

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