Angelino Alfano  ribadisce che “non ci sono state lacune nel sistema di sicurezza”. Questo è quanto riferito alla Camera dal ministro dell’Interno sugli scontri tra tifosi a Roma, prima del match di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. Eppure un rapporto consegnato dalla Procura Federale alla Digos conferma che ci sarebbe stato un accordo verbale tra Marek Hamsik e Gennaro De Tommaso. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, durante il loro colloquio, avvenuto allo Stadio Olimpico sotto gli occhi di tutti, il capitano della squadra partenopea ha assicurato al capo ultras che Esposito era ancora vivo, altrimenti la squadra non sarebbe mai scesa in campo. Genny ‘a Carogna all’inizio non si è fidato e ha minacciato ripercussioni in caso di menzogne, ma Hamsik lo ha assicurato: “Ci metto la faccia”. L’ultras si è convinto e ha dato il via libera alla partita a nome di tutta la curva, ma con un avvertimento: “Okay, ci  metto la faccia anche io. Tanto tutti sappiamo chi siamo e dove siamo”. 

Sulla presunta trattativa la Procura ha aperto un fascicolo nel quale compaiono i nomi di Gennaro De Tommaso e del tifoso Massimiliano Mantice. Entrambi sono indagati per violazione della legge sullo scavalcamento e invasione di campo in occasione di manifestazioni sportive. 

Gip convalida per De Santis e per Ciro Esposito – Dopo l’interrogatorio di questa mattina il gip ha confermato l‘arresto per Daniele De Santis, detto ‘Gastone’, e per Alfonso Esposito, uno dei tre tifosi napoletani coinvolti negli scontri e rimasto solo lievemente ferito. Entrambi sono stati interrogati questa mattina nel carcere di Regina Coeli; il capo ultras romanista, tuttavia, continua a negare di aver colpito Ciro Esposito: “Ho ricordi confusi, ma non sono stato io a sparare“.  L’altro supporter arrestato ha provato a ricostruire davanti al gip le dinamiche degli incidenti: “Appena mi sono incamminato nella stradina da dove arrivavano petardi e fumogeni sono stato colpito. Gli spari arrivavano da dietro una siepe ma non si vedeva nulla“. Nel pomeriggio il gip ha convalidato l’arresto anche per Ciro Esposito, il tifoso rimasto gravemente ferito e ancora ricoverato in ospedale, e per Gennaro Fioretti, il quarto supporter coinvolto. Per De Santis resta in piedi l’ipotesi di tentato omicidio, mentre ai tre tifosi napoletani che hanno partecipato agli scontri viene contestato il reato di rissa.

Due giornate di squalifica al San Paolo. Colloquio Hamsik-Genny “necessario” – Intanto il giudice sportivo ha previsto due gare a porte chiuse per il Napoli e 60 mila euro di multa come sanzione disciplinare per quanto avvenuto sabato.  Nel comunicato il giudice è intervenuto anche sul colloquio tra Hamsik e Genny ‘a Carogna, sostenendo che l’intervento del capitano del Napoli è stato necessario perché i tifosi “intendevano invadere il campo qualora lui non si fosse recato sotto la curva per parlare con i capi degli ultras”. Stefano Palazzi, capo della Procura della Federcalcio, parlando con l’Ansa ha commentato: “Da giurista posso solo dire che l’analisi della motivazione della decisione del giudice sportivo non consente la conclusione che ci sia stata una trattativa”. 

Spunta una seconda pistola ma la Questura smentisce –  Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero, è spuntata la dichiarazione di un secondo testimone, un tifoso napoletano che assicura di aver visto sparare anche un’altra persona oltre a Daniele De Santis. “L’ho visto io”, assicura l’uomo. Al momento degli spari, dunque, potrebbe esserci stata un’altra arma, impugnata da qualcuno che indossava un casco e che avrebbe esploso dei colpi in aria. La Questura, tuttavia, è subito intervenuta per smentire la presenza di una seconda pistola al momento dell’agguato. Nel corso della rissa è rimasto gravemente ferito Ciro Esposito, trasportato d’urgenza in ospedale e tuttora in bilico tra la vita e la morte. 

La nuova testimonianza si aggiunge a quella di altre tre persone secondo cui a sparare sarebbe stato Daniele De Santis, conosciuto al mondo del tifo come ‘Gastone’; la notizia arriva a qualche ora di distanza dai risultati dell’esame dello stub, che in parte scagionano l’ultras romanista. La dichiarazione del tifoso napoletano non costituisce prova e non cambia la posizione del pm, ma  potrebbe rivelarsi un elemento a favore di De Santis in sede di processo. 

Non solo. Oltre all’ipotetica, seconda pistola sulla scena della sparatoria, emergono anche altri particolari. Sempre per il Messaggero l’agguato non sarebbe riconducibile al singolo gesto di un folle, come ipotizzato in un primo momento.  Comincia a prendere forma, infatti, la pista di un commando messo in piedi da una quindicina di tifosi romanisti e laziali. Una trappola organizzata per i napoletani nella zona di Tor di Quinto. Quindi, laziali e romanisti insieme nell’assalto ai pullman dei supporters partenopei. 

Gravi ma stazionarie le condizioni del tifoso ferito – Ciro Esposito, ancora ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma e operato d’urgenza la scorsa notte, è ancora gravissimo. Durante una conferenza stampa lo zio ha raccontato che: “Le sue condizioni sono in leggero miglioramento”, tuttavia il giovane “non sarebbe ancora fuori pericolo”. Poi, un attacco diretto alle forze dell’ordine: “In qualsiasi paese civile il questore di Roma farebbe un atto di civiltà e se ne andrebbe a casa, per le ricostruzioni false diffuse e per le defaillance di ordine pubblico”

 

 

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