Il Csm chiude con l‘archiviazione il caso della mancata astensione del giudice di Napoli Nicola Russo, che presiede il processo a Silvio Berlusconi sulla compravendita dei senatori e che prima di diventare magistrato aveva aderito a un Comitato di sostegno a Romano Prodi. E “assolve” anche il presidente del tribunale Carlo Alemi. 

Il Csm aveva aperto una pratica sul magistrato che era rimasto al suo posto perché il presidente del tribunale di Napoli non aveva ritenuto ragione di astensione la circostanza da lui stesso segnalata che, quando non era ancora un giudice, aveva fatto parte di un comitato a sostegno di Prodi. Il Comitato di presidenza di palazzo dei Marescialli aveva infatti accolto la richiesta dei laici di centro-destra e aveva aperto una pratica assegnandola alla I Commissione, competente sui trasferimenti d’ufficio dei magistrati per incompatibilità.

Ma il destino del fascicolo sembrava già segnato, visto che l’iniziativa era stata apertamente contestata dai togati di tutte le correnti della magistratura. E lo stesso vice presidente del Csm, Michele Vietti,  aveva voluto sottolineare che il sì del Comitato di presidenza prescindeva da una valutazione sul merito della richiesta, che spettava esclusivamente alla Prima Commissione.

Il comportamento di Russo è stato “assolutamente corretto”, scrive il plenum del Csm nella delibera approvata con 19 voti favorevoli e le astensioni di tre laici del centro-destra. Dunque il magistrato, secondo i consiglieri, ha fatto bene a comunicare al proprio dirigente, in applicazione di una sua direttiva, la sua adesione nel 1996 al Comitato per Prodi; una vicenda “risalente a 20 anni fa-  sottolinea il plenum  – quando neppure era magistrato”. Per il Csm “non è censurabile” nemmeno il provvedimento con cui Alemi ha escluso che vi fossero motivi per l’astensione di Russo.

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