Trasparenza economica nelle Asl. E’ questo l’obiettivo della campagna Riparte il futuro, lanciata dall’associazione Libera e Gruppo Abele contro la corruzione nel settore sanitario, che da dicembre ha raccolto più di 130 mila firme e ha visto l’adesione anche di altre organizzazioni come SOS Sanità (firma la petizione).
Sono 5 i punti chiave proposti dalle associazioni per tutelare i conti delle aziende sanitarie, troppo spesso opachi e talvolta depredati: trasparenza nei bilanci, che devono essere pubblicati sui siti e in formato open data; bandi di gara che diano tutte le informazioni necessarie su chi siano i fornitori; liste di accreditamento delle imprese private con relativi dettagli contrattuali e economici; oltre che alla pubblicazione delle liste d’attesa; e l’organizzazione delle “Giornate per la trasparenza”, occasione per instaurare un dialogo produttivo tra ente e cittadini. Un programma che per i promotori andrebbe introdotto entro il 15 aprile, data fissata dalla petizione per imprimere un’accelerazione decisiva.
Perché la fotografia scattata da Libera e Gruppo Abele è allarmante e i dati negativi che vengono immortalati sono una mannaia che rischia di abbattersi sul diritto alla salute degli italiani. Solo nel triennio 2010-2012, la Guardia di finanza ha accertato che 1,6 miliardi di euro è stato bruciato dalla corruzione che dilaga nella sanità pubblica. Una cifra che sarebbe stata sufficiente a coprire nello stesso periodo la spesa sanitaria di quasi tutti gli abitanti de L’Aquila. Significativo è anche il numero di illeciti evidenziati dalla Corte dei Conti nella recente inaugurazione dell’Anno giudiziario: nel 2013 l’importo complessivo delle citazioni in materia sanitaria, già concluse o in fase di processo, è di oltre 103 milioni cui si sommano altri 123,6 milioni in attesa di pronuncia. Tra i casi rilevati molti riguardano assunzioni irregolari, frodi, falsificazione degli atti, cattiva esecuzione di lavori di ristrutturazione e altri danni erariali.
Un capitolo a parte spetta alle irregolarità nella assegnazione degli appalti pubblici che gli stessi magistrati contabili hanno denunciato più volte. L’attività di monitoraggio “sarà sviluppata in collaborazione – scrivono le associazioni – con la rete di Illuminiamo la salute e l’Agenas”. “Vogliamo aziende sanitarie e ospedali trasparenti” dichiara Enrico Fontana, coordinatore nazionale di Libera, “perché difendere il Servizio sanitario nazionale
è un nostro dovere e accedere alle cure e all’assistenza è un nostro diritto”.
“Sono firme importanti, – continuano i promotori – che consentono di raggiungere risultati concreti, come dimostra il +127% di incremento del rispetto dei parametri di legge già ottenuto per quanto
riguarda le informazioni sui vertici dirigenziali, la nomina dei responsabili anti corruzione e l’approvazione dei Piani triennali. Ora l’obiettivo è la piena ed effettiva trasparenza sulla gestione del denaro pubblico
destinato alla nostra salute”.