A Pregnana Milanese, nell’hinterland del capoluogo lombardo, si trova una “bomba ecologica” del tutto particolare. In due capannoni oramai abbandonati sono stipati quasi 400 tonnellate di rifiuti, tra cui farmaci pericolosi e materiale organico; ma si trovano addirittura anche campioni umani e poi sangue, feci e urina. Il piccolo centro è del tutto impreparato nella gestione di un simile caso. In più lo sgombero in sicurezza dell’area costerebbe circa 200mila euro, che in un periodo di spending review come questo è davvero complicato reperire per un’amministrazione pubblica. L’azienda responsabile dello stoccaggio del materiale era la Sanistar di Milano che poi è fallita e ora, nemmeno lei, ha le risorse per ripristinare l’area come era un tempo. In più è nato un giallo; pare che all’interno siano stati trovati tutta una serie di rifiuti che lì non dovevano stare. La magistratura milanese ha aperto un’inchiesta e indaga per traffico e stoccaggio illegale di rifiuti e naturalmente ha messo i sigilli ai due capannoni. Nel frattempo la vicenda è finita anche in Parlamento. In un’interrogazione i deputati Vinicio Peluffo (Pd) e Daniele Farina (Sel) hanno chiesto al ministro dell’Ambiente, a quello dell’Interno e a quello della Salute di interessarsi della vicenda, per rispondere “ad una situazione di notevole disagio – è scritto nell’interpellanza – e potenzialmente pericolosa per la salute delle persone e del territorio”  di Fabio Abati

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Traffico illecito di rifiuti, il capo della polizia Alessandro Pansa rischia il processo

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