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Gallo (Consulta): “Riconoscere i diritti delle coppie gay. Le Camere se ne occupino”

Il presidente della Corte Costituzionale ritiene le unioni omosessuali uno delle questioni che il Parlamento deve ancora regolamentare, anche in seguito a una sentenza del 2010. Soddisfazione da parte delle associazioni Lgbt
Franco Gallo
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Riconoscere i diritti delle coppie gay. E’ questo l’auspicio lanciato dal presidente della Corte Costituzionale, Franco Gallo, che sollecita una “regolamentazione della materia nei modi e nei limiti più opportuni”. L’invito a legiferare per il Parlamento arriva nel giorno dell’approvazione da parte del Senato francese della legge sui matrimoni e le adozioni delle coppie omosessuali

Il riconoscimento dei diritti delle coppie gay è, secondo Gallo, uno degli esempi di inviti alle Camere rimasti “finora inascoltati“. Il presidente della Consulta chiama in causa la sentenza 138/2010. “In tale pronuncia – ha spiegato – la Corte ha escluso l’illegittimità costituzionale delle norme che limitano l’applicazione dell’istituto matrimoniale alle unioni tra uomo e donna, ma nel contempo ha affermato che due persone dello stesso sesso hanno comunque il diritto fondamentale di ottenere il riconoscimento giuridico, con i connessi diritti e doveri, della loro stabile unione. Ha perciò affidato al Parlamento la regolamentazione della materia nei modi e nei limiti più opportuni”.

Per le parole di Gallo arriva la soddisfazione di Gay Center e anche Fabrizio Marrazzo, portavoce del centro, sollecita le Camere: ”Ora non si dica da parte di chi da anni impedisce l’approvazione di qualunque legge che anche la Consulta è contro la famiglia. Il Parlamento discuta e agisca in fretta. Ci sono proposte di legge già presentate da vari gruppi che possono essere base di partenza per arrivare ad una legge di tipo europeo, che vada dal matrimonio alle unioni civili. Le persone lesbiche, gay e trans vogliono pari dignità e pari diritti“. Secondo Aurelio Mancuso, presidente di Equality, “questo insistere da parte della Corte Costituzionale è un segnale inequivocabile di quanto sia urgente una legge, ormai attesa da decenni, e di cui la mancata approvazione è responsabile una classe politica sorda rispetto ai diritti civili di milioni di cittadini italiani”.

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