Toto, ho l’impressione che non siamo più nel Kansas” dice una esterrefatta Dorothy guardandosi attorno, appena sbucata nel magico mondo di Oz. Beppe Grillo, con la fantasmagorica dichiarazione di ieri sul mega-inciucio con supercazzola e scappellamento bipolare che – secondo lui – avrebbero architettato quei cattivoni di Pd e Pdl “per mettere in difficoltà il M5S“, è però riuscito a raggiungere livelli più sublimi di involontario umorismo dada. Se Dorothy era esterrefatta, Grillo ci appare esterrefattissimo.

La dichiarazione del vate è talmente eccentrica e deliziosa nella sua sideralità da meritarsi una citazione completa: “La scelta tra Schifani e Grasso era una scelta impossibile. Si trattava di decidere tra la peste bubbonica [supponiamo che questa sia la metafora per Schifani] e un forte raffreddore [e questa sarà per il magistrato Pietro Grasso; ma al limite sappiamo dal vangelo secondo Beppe che si possono pure invertire i fattori e aggiungere un “menoelle” al “forte raffreddore”, tanto sono tutti uguali e ugualmente responsabili del disastro e se ne devono andare tutti a casa comunque: staremo mica a guardare il capello?].

“La coppia senatoriale” – continua Grillo nella sua acuta illustrazione dell’astutissimo retroscena – “è stata decisa a tavolino dal pdl e pdmenoelle. I due gemelli dell’inciucio sapevano perfettamente che Schifani non sarebbe stato eletto.”Certo: infatti Berlusconi è proprio il tipo di uomo politico che candida uno Schifani perché spera tantissimo di far eleggere il magistrato Pietro Grasso. Anzi, peccato che Ingroia non è entrato in Parlamento, perché a quel punto Berlusconi avrebbe certamente fatto di tutto per far eleggere Ingroia, pur di mettere in difficoltà il M5S.

“I capricci di Monti che voleva diventare presidente del Senato”, continua il nostro novello Machiavelli, “ma è stato costretto a prolungare il suo incarico di presidente del Consiglio e per ripicca aveva minacciato di votare Schifani era una pistola scarica.” Talmente scarica che è dovuto intervenire Napolitano. Ma il meglio arriva sul finale: “I giochi erano già fatti per mettere in difficoltà il MoVimento 5 Stelle. Qualcuno, anche in buona fede, ci è cascato. Lo schema si ripeterà in futuro. Berlusconi proporrà persone irricevibili, il pdmenoelle delle foglie di fico. Il M5S non deve cadere in queste trappole.”

Ora, al di là del fatto che giusto ieri Berlusconi ha minacciato i prodromi di uno scontro in piazza contro il Pd se per caso non gli viene consegnato il Quirinale, elemento che dà proprio la misura di quanto Pd e Pdl siano immersi nell’inciucio in questi giorni, la cosa più peculiare di tutte è che Beppe Grillo crede davvero che tutta la politica italiana si muova esclusivamente per girare intorno al M5S.

Di questo passo la stessa presentazione del Pdl e del Pd alle elezioni sarà presto letta dal nuovo Cristoforo Colombo della politica italica come una enorme provocazione per mettere in difficoltà il M5S. Certo: Pd e Pdl l’hanno fatto apposta a presentarsi e a vincere un po’ di regioni per uno in modo da non avere la maggioranza al Senato: è tutto un inciucio imbroglioso per “mettere in difficoltà il MoVimento 5 stelle” e costringere quei poveri neo-senatori del M5S a prendere delle atroci, difficilissime scelte del tipo “Schifani o Grasso”, una roba che al confronto la Scelta di Sophie era una minchiatina da nulla. Il tutto in mezzo a un mare di lacrime, crisi di coscienza, diktat grilleschi, dimissioni date al primo giorno, epurazioni minacciate e poi trasformate in evangelico perdono, messa alla pubblica gogna, censura sul blog dei commenti critici, carrettate di altri insulti e così via, altro giro, altra corsa.

Ho sempre ammirato Beppe Grillo come comico, ma devo dire che l’edizione di quest’anno “Te lo do io il Parlamento!” è di gran lunga il suo spettacolo più esilarante. Bene, bravo, bis!

 

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