Nei comizi Grillo passa di continuo e con grande rapidità dal registro tragico a quello comico, e cioè dalla rappresentazione di emozioni negative (rabbia per le ingiustizie e storture della politica, dolore e dispiacere per chi le subisce), a tutta la gamma di emozioni positive che stanno attorno alla risata, dalla più lieve alla più intensa: sollievo, buon umore, allegria, entusiasmo, euforia. Andata e ritorno, andata e ritorno, in una sorta di “altalena emotiva”, che spesso attraversa una soglia di sospensione neutra (né positiva né negativa): quella dello stupore quasi infantile nei confronti delle ingiustizie e dei problemi che Grillo denuncia, come dire: è una ingiustizia talmente grande, com’è possibile che nessuno la elimini? Oppure: la soluzione del problema sarebbe così semplice, com’è che nessuno ci ha pensato? O ancora: è un’azione così scema, perché si continua a fare?

È anche grazie all’altalena emotiva che l’aggressività verbale di Grillo non si è mai tradotta in azione violenta da parte di chi lo ascolta e lo segue, anche se molti commentatori sottolineano il rischio che ciò accada. Detto in altri termini, l’altalena emotiva svolge quella che, da Aristotele in poi, in filosofia, estetica, psicoanalisi molti chiamano «funzione catartica»: grosso modo, la liberazione, lo sfogo delle tensioni emotive attraverso la loro messa in scena nel contesto circoscritto e protetto di una rappresentazione fittizia (il teatro nella tragedia greca, il comizio in piazza per Grillo).

D’altra parte Grillo è il primo a prendere le distanze dalla violenza, sottolineando che il Movimento 5 Stelle riempie un vuoto che in altri paesi fa crescere l’estremismo di destra, da Marine Le Pen in Francia a Alba dorata in Grecia: «Stiamo riempiendo un vuoto con dei cittadini incensurati, entusiasti e pieni di volontà. Vuoto che negli altri paesi stanno riempiendo gli estremisti. Guardi in Grecia, quei nazisti di Alba dorata o pioggia dorata, come diavolo si chiamano. Guardi in Ungheria. Guardi la Marine Le Pen in Francia. Guardi tutte le altre parti. Quando c’è un vuoto di potere crescono gli «Eia eia alalà!». Noi non siamo quella roba là. Siamo un movimento di cittadini che vuole fare politica in maniera diversa. Negli altri paesi il vuoto viene riempito dalle camicie brune, noi portiamo in politica i boyscout. Ragazzi perbene. Laureati. Incensurati. Colti. Curiosi» (intervista rilasciata a Gian Antonio Stella su «Sette», Corriere della sera, 1 giugno 2012).

Vedi anche le puntate precedenti:

Come comunica Grillo (1). Il corpo

Come comunica Grillo (2). L’aggressività verbale

Come comunica Grillo (3). «Io sono te»

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