Prima di tutto, la famiglia. Anche se le prossime mosse sono ormai note, Silvio Berlusconi ha voluto comunicare ai figli le sue reali intenzioni sulla prossima discesa in campo. E così, intorno al tavolo da pranzo di Arcore, ieri si sono seduti i figli del Cavaliere (assenti Luigi ed Eleonora, in avanzato stato di gravidanza) Barbara, Marina e Piersilvio. Sul piatto, ovviamente, il futuro politico di “papi”, ma anche lo stato di salute delle aziende e in particolare del Milan, che Berlusconi sta seguendo ultimamente molto da vicino e che gli è costato una litigata feroce con la figlia Barbara per via di una battuta infelice che gli è scappata sulle condizioni di salute del fidanzato Pato. Insomma, un clima non proprio disteso, quello di stamattina nella residenza privata dell’ex premier, molto concentrato sulla sua prossima discesa in campo.

Agli eredi, Berlusconi ha spiegato nel dettaglio la necessità di tornare all’antico, a quella Forza Italia che ha segnato “la storia d’Italia e anche la nostra” e di volere intorno a sé solo persone fidatissime e volti nuovi, “gente che non ha mai fatto politica, ma che ha molto da dare”. Briatore, ovviamente, sarà della partita come ci sarà senz’altro Emilio Fede e il suo neo movimento “Vogliamo vivere”, così come conta di far restare nella sua orbita d’influenza Angelino Alfano, tentato in queste ore da uno strappo definitivo. Tutto, comunque, si deciderà tra martedì e mercoledì, poi il Cavaliere porterà la sua “nuova idea” al tavolo dell’ufficio di presidenza di via dell’Umiltà, previsto per giovedì mattina. A sera, quindi, l’annuncio della nuova discesa in campo nel salotto di Bruno Vespa. Un percorso già definito che ha trovato d’accordo solo la figlia Marina e in profondo disaccordo sia Piersilvio che Barbara. Il primo, infatti, è convinto che il padre debba occuparsi della salute (precaria) delle aziende, avendo “già dato abbastanza” alla politica “senza aver ricevuto molto in cambio”, mentre Barbara vorrebbe che il padre si occupasse esclusivamente della squadra, in un momento di passaggio delicato. Il Cavaliere, invece, sembra tenere di più al partito che, a suo dire, è andato in rovina “anche perché io non ci sono stato” e dunque, adesso, è il momento di ritornare. Fatte le debite proporzioni ed immaginando di andare a votare con il Porcellum, Berlusconi avrebbe fatto i conti di poter portare circa un’ottantina di parlamentari dentro le aule alle prossime elezioni. E questo in virtù di un “patrimonio” del 12% circa di elettorato che, a suo dire (ma anche secondo quanto evidenziato dai sondaggi di Alessandra Ghisleri) rappresenta un pacchetto di voti “assolutamente personale” e non legato ad alcun partito. Voti suoi, dunque, che il Cavaliere vuole usare solo per sé nella prossima legislatura, anche per non avere più alcuna “zavorra” come lo sono stati in passato prima Fini, poi alcuni transfughi del Pdl e, infine, i colonnelli di An Gasparri e La Russa che “hanno distrutto definitivamente il Pdl, che ora è morto”.

Contro questo disegno, Berlusconi sa di avere anche tutta Cl, con Formigoni e Lupi, ma anche una parte del partito che avrebbe voluto le primarie. Gli ex An sono già con un piede fuori della porta, la scissione è nei fatti e l’idea è quella di formare una nuova compagine con il nome “centrodestra italiano” capitanata da Giorgia Meloni. Oggi, Fabio Rampelli ha organizzato un sit in davanti a via dell’Umiltà per chiedere le primarie comunque, ma ormai è chiaro che la situazione è totalmente cambiata. Il D-Day è previsto, dunque, per giovedì. Quando tornerà Forza Italia. Lo stesso spirito e stesso simbolo, dirà il Cavaliere in televisione. Di più: stesso indimenticabile jingle. “Chi mi ama davvero sarà ancora con me”, ha detto a tavola ai suoi figli. Ma anche a casa, pochi consensi: solo Marina gli ha dato la sua benedizione. 

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