La Corte dei Conti ritiene che siano“indilazionabili” misure di risanamento dei principali fondi dell’Inps e la razionalizzazione di quelli minori. E’ quanto scrivono i magistrati contabili nella Relazione sulla gestione finanziaria Istituto nazionale di previdenza 2011 chiedendo un “monitoraggio assiduo” dell’incidenza delle riforme di lavoro e previdenza obbligatoria sulla spesa pensionistica fino all’entrata a regime del sistema contributivo e di “sottoporre a riesame il modello della previdenza complementare, la cui eventuale confermata configurazione privata impone misure di rilancio, per incentivare le esigue iscrizioni e di razionalizzazione, per ridurre l’estrema polverizzazione dei fondi”.

Nel dettaglio, le misure si sono rese necessarie alla luce della situazione dei fondi minori “in consecutiva e più marcata perdita complessiva, contenuta solo in parte dagli attivi della Gestione per le prestazioni temporanee e di quella per i parasubordinati, il cui netto patrimoniale congiunto prevale sui gravosi passivi degli autonomi (agricoli e commercianti) e del più grande Fondo per il lavoro dipendente (appesantito dai dissesti strutturali dei dirigenti di azienda e di quelli della elettricità, trasporti e telefonia), i cui saldi negativi tra contributi e prestazioni trovano insufficiente copertura nel finanziamento statale, ancora non adeguatamente individuato nella componente assistenziale a carico della fiscalità”.

I conti generali dell’Istituto, sottolinea inoltre la Corte, registrano nel 2011 “una ulteriore contrazione dell’avanzo finanziario e un accentuato deficit economico, connessi al primo declino degli apporti statali, dalle cui dimensioni quantitative e soprattutto qualitative (a titolo di trasferimenti o di anticipazioni a debito ) restano condizionate le stime di pesanti risultanze negative nel 2012, che incorporano lo squilibrio strutturale, già evidenziato dalla Corte nel recente referto sulla più grande gestione acquisita dell’ex Inpdap, corretto solo in parte dagli ultimi provvedimenti normativi”.

Non solo. I magistrati contabili richiamano l’Inps a una “attenta e responsabile riflessione sul crescente ricorso a risorse umane esterne” (lavoro in somministrazione a copertura dell’organico, consulenze, utilizzo generalizzato di procuratori e sostituti di udienza, massiccio impiego di medici convenzionati) “per le incidenze sullo svolgimento di funzioni istituzionali spesso delicate e di elevato rilievo sociale ed i rischi di perdita delle stesse capacità di autogoverno dell’Ente”. 

“Il riscontrato dimensionamento delle risultanze emerse dalla vigilanza ispettiva esige – evidenzia poi la Corte – oltre ad una più tempestiva programmazione, l’intensificazione degli interventi volti a contrastare l’ampia area di evasione ed elusione degli obblighi contributivi, comprovata dalla modesta incidenza degli accessi in rapporto alle aziende censite, pervenendo altresì a definire le indispensabili coerenze tra le somme accertate e le corrispondenti riscossioni”.

“Il livello ancora ingente del contenzioso, pur se in contrazione nel 2011, richiede – sottolinea ancora la Corte dei Conti – un rinnovato impegno per aggredire le principali criticità regionali, soprattutto nella previdenza agricola, dando piena applicazione al più volte sollecitato esercizio dell’autotutela e rapida operatività al transitorio apporto straordinario dei legali esterni, nella prospettiva di un più adeguato assetto a regime dell’Avvocatura interna”.

“E’ del tutto evidente che il sistema previdenziale subirà a stretto giro i contraccolpi dell’immensa precarietà che c’è nel mondo del lavoro”, ha commentato il segretario generale dello Spi Cgil, Carla Cantone. “E’ uno scenario che deve essere assolutamente scongiurato ed è per questo che bisogna correre subito ai ripari dando ai giovani la certezza di un’occupazione e di una retribuzione adeguata altrimenti si ritroveranno con delle pensioni da fame più basse di quelle già misere che vengono erogate oggi”, conclude la sindacalista.

Tanto più che secondo i magistrati contabili “andranno verificati gli effetti della recente riforma del mercato del lavoro che innova la flessibilità in entrata e in uscita, gli ammortizzatori sociali e la formazione ed è volta a realizzare un mercato del lavoro più dinamico e inclusivo – in particolare per le anzidette categorie maggiormente a rischio” variabili alle quali va aggiunta “un’altra criticità” legata appunto “alle fasi di recessione economica per gli effetti del Pil negativo sulla prestazione pensionistica”.

Nelle proiezioni di lungo periodo e secondo l’Ocse, prosegue la Corte, “la spesa pubblica per le pensioni dovrebbe rimanere sostanzialmente stabile fino al 2050”, ma appare indispensabile proseguire un attento monitoraggio tenendo conto degli oneri aggiuntivi per talune categorie di soggetti con prossime aspettative di pensionamento (i cosiddetti esodati o salvaguardati) e principalmente di quelli connessi alle numerose e importanti gestioni in perdurante squilibrio strutturale.

Non incoraggiano, poi, i dati sull’andamento degli ammortizzatori sociali diffusi oggi dalla stessa Inps. Che evidenziano per settembre 104.291 domande di disoccupazione (-3,5% sul 2011); 9.162 richieste di mobilità (-5,81%), mentre nel primi 9 mesi del 2012 sono state presentate complessivamente 974.094 domande di disoccupazione (+2,1% rispetto allo stesso periodo 2011), e 100.860 domande di mobilità (+4,5% rispetto alle 93.148 richieste dei primi nove mesi del 2011). A ottobre, poi, si è registrato un nuovo picco per la cassa integrazione: sono state autorizzate 103 milioni di ore con un aumento del 19,3% rispetto a settembre e del 20,6% rispetto a ottobre 2011. Nei primi 10 mesi, poi, sono stati autorizzati 895 milioni di ore di cassa (+10,1% sul 2011) e si va verso lo sfondamento di quota un miliardo.

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