Da Roma a Oristano, da Pisa ad Ancona fino a Bari. Gli studenti italiani scendono in piazza e lo fanno quasi ovunque al fianco dei docenti. In molte città italiane stamani pioveva a dirotto, ma questo non ha scoraggiato i manifestanti. A Torino e a Roma la protesta ha dato spazio anche all’ironia. I ragazzi infatti sono scesi in strada “armati” di carote. Un chiaro riferimento a Francesco Profumo. Carote fresche da restituire al ministro che più volte in questi mesi ha sostenuto la necessità “di utilizzare un po’ di più il bastone e un po’ meno la carota, altre volte viceversa, ma non troppa carota”. “Vogliamo ribadire al ministro – spiega Federico Del Giudice, portavoce nazionale della Rete della conoscenza – che le nostre scuole e le nostre università in questi anni hanno visto solamente il bastone ma che di qualche carota, presentataci come fosse un regalo, noi non abbiamo bisogno. Gliele riportiamo perché a noi interessa che siano garantiti il welfare e i diritti e non che ci vengano concesse delle carote che hanno il sapore di essere degli inutili presenti”.

Gli studenti protestano contro le politiche del governo e la legge Aprea e per chiedere più sicurezza, più attenzione all’edilizia e garanzia del diritto allo studio secondo i parametri europei. Sono quasi ovunque manifestazioni che uniscono gli studenti agli insegnanti, al personale Ata, ai precari del mondo della scuola. “E’ arrivato il momento di accendere i riflettori sulla scuola italiana – dice Daniele Lanni, portavoce nazionale della Rete degli studenti medi – le condizioni dell’istruzione pubblica sono ormai insostenibili, siamo stufi di entrare ogni giorno in aula in queste condizioni”. “Sul nostro striscione questa mattina c’è scritto ‘Una scuola di qualità, ce la chiede l’Europa’. Finora governo e politici hanno tirato fuori la bandiera del ‘Ce lo chiede l’Europa’ solo quando si tratta di sacrifici economici, in modo strumentale e volendo negare un’altra idea di Europa: la nostra! L’Europa ci chiede anche di ridurre gli abbandoni scolastici del 10%, di aumentare il numero dei laureati, di raggiungere il traguardo dell’85% dei 22enni diplomati, l’Europa ci chiede una sistema d’Istruzione di qualità”.

Anche gli universitari in piazza
“Oggi in piazza sono presenti anche molti studenti universitari – precisa Luca Spadon, portavoce nazionale di Link Coordinamento universitario – per dimostrare a questo governo che gli studenti non sono disponibili a fare dei passi indietro sui temi della conoscenza e per ribadire con forza la nostra contrarietà all’aumento delle tasse per i fuori corso voluta dal ministro Profumo e alla diminuzione dei fondi sul diritto allo studio, provvedimenti drammatici questi che non permetteranno a tanti giovani di iscriversi all’università”.

La Cgil: “Il governo non proceda in modo autoritario”
“Le manifestazioni in corso a Roma e in altre città italiane di studenti e insegnanti – afferma il segretario generale della Flc Cgil, Mimmo Pantaleo – devono indurre il Governo a cambiare atteggiamento e ad aprire un tavolo di confronto. Mi aspetto che dopo questa mobilitazione il Governo abbia l’umiltà di ascoltare il sindacato e i giovani, non può procedere in maniera autoritaria”. Secondo il sindacalista il Governo Monti “massacra i diritti dei lavoratori per salvare la finanza e gli speculatori”; “questo Governo ha un’idea autoritaria, pensa che pochi tecnici possano decidere le sorti del Paese”.

Napoli
Due cortei per protestare contro i tagli alla scuola. Molti giovani hanno risposto all’appello e, in tanti si sono ritrovati in piazza Mancini per il corteo organizzato dall’Unione studenti, a Piazza del Gesù per quello del Collettivo degli studenti medi e universitari 

Roma
Sono 10mila, secondo gli organizzatori, i manifestanti che hanno sfilato. Il corteo degli studenti, soprattutto ragazzi di licei e scuole superiori, è partito da piazza della Repubblica incrociandosi con i manifestanti della Cgil, in via Cavour. Hanno sfilato con le carote in pugno, “simbolo dell’inutile presente”. “Abbiamo portato delle carote in piazza per ribadire al ministro Profumo – hanno spiegato gli studenti – che le nostre scuole e le nostre università in questi anni hanno visto solamente il bastone, ma che di qualche carota presentataci come fosse un regalo, noi non ne abbiamo bisogno. Questi ortaggi glieli riportiamo”.

Tante le bandiere rosse, qualche bandiera della pace, molti gli striscioni che spiegano il malessere: “Oggi studenti, domani disoccupati”. Mentre gli studenti sfilano da finestre e balconi della via diverse persone affacciate che salutano il passaggio del corteo con lunghi applausi. Dagli altoparlanti intanto le note di Bella ciao, I cento passi e L’internazionale.

Milano
In centinaia hanno risposto oggi a Milano all’appuntamento lanciato dai collettivi studenteschi Laps, per le superiori, e Link, per gli universitari, a difesa di un’iscrizione pubblica. Partiti come di consueto da largo Cairoli tra cori, musica e fumogeni, i ragazzi sono passati anche sotto il Pirellone, sede del Consiglio regionale.

Qui, il serpentone si è fermato e i ragazzi, che hanno alzato tutti le mani, hanno gridato la loro richiesta di “dimissioni” del governatore Roberto Formigoni e dell’assessore lombardo all’Istruzione Valentina Aprea. Mentre un gruppetto di ragazzi si è staccato per fare un’iniziativa dimostrativa a Palazzo Lombardia, il corteo ha “circondato” il Pirellone. Gli studenti hanno quindi iniziato a scuotere vigorosamente il grande cancello che dà su piazza Duca d’Aosta e altri si sono arrampicati lunga l’inferriata, senza però scavalcarla. Per sicurezza però un drappello di agenti sono stati schierati all’interno del cortile del grattacielo, a difesa dell’ingresso.

Un gruppo di una trentina di studenti si è staccato dal corteo e ha raggiunto Palazzo Lombardia, sede della Giunta regionale, dove hanno strappato le bandiere della Regione esposte e sono stati lanciati fumogeni. Ma a questo punto l’arrivo della polizia in assetto antisommossa ha fatto disperdere gli studenti nelle strade limitrofe. Il “bottino” dell’incursione, alla fine, è stato proprio lo stendardo bianco e verde con la rosa camuna della Regione Lombardia, portata come trofeo in corteo. Abbandonata quella tricolore, gli studenti non sono riusciti a togliere dallo stendardo invece quella europea.

Torino
Gli studenti in corteo a Torino hanno lanciato carote contro la sede del Miur. “La settimana scorsa – hanno detto gli studenti ricordando gli scontri con la polizia dell’ultima manifestazione – con noi hanno usato il bastone. Oggi noi usiamo le carote”. Hanno poi acceso anche alcuni fumogeni.

Lanci di uova e fumogeni, invece , contro la sede della Provincia di Torino. I manifestanti, alcune migliaia, hanno avvolto il portone di Palazzo Cisterna con nastro da cantiere esponendo uno striscione con scritto: “Crolla la scuola, crolla il futuro”. I lanci di uova sono partiti dopo che i manifestanti hanno spiegato il loro gesto: “Mentre le scuole crollano, non è possibile che si parli di grandi opere e di Tav da parte del presidente Saitta. La sicurezza è un diritto e va garantita – hanno detto – non è possibile che la Provincia ci dica di pagare la manutenzione delle scuole”.

Venezia
Giovani in piazza in molte città del Veneto. Secondo i dati forniti dalla Rete degli Studenti Medi, sono scesi in piazza 1000 giovani a Padova, 1000 a Vicenza, 600 a Treviso, 400 a Belluno, 300 a Venezia, 300 a Verona. 

Nel frattempo le delegazioni territoriali Cgil del personale della scuola delle sette province venete si sono radunate in Campo San Geremia, a Venezia, e in corteo hanno raggiunto l’Ufficio scolastico regionale per presentare le proprie istanze, a partire dalla rimozione del “blocco contrattuale di fatto per cinque anni – spiega il segretario veneto della Cgil-Flc, Salvatore Mazza – senza possibilità di recupero dell’inflazione”. “Oggi siamo in piazza perchè la situazione delle nostre scuole è diventata insostenibile – dichiara da Venezia il coordinatore regionale della Rete degli Studenti Medi del Veneto, Alberto Irone – vogliamo una legge nazionale sul diritto allo studio, vogliamo interventi immediati sull’edilizia scolastica, che in Veneto è in una situazione indecente in tantissime scuole, vogliamo poter costruire insieme una scuola diversa che nasca dalle idee degli studenti”.

Genova
Ad aprire la manifestazione sono stati due striscioni. Sul primo è scritto: “Organizzate la rivolta finché siete vivi”  mentre sull’altro: “Scuola in (s)vendita”, entrambe firmati dall’Unione degli studenti. Per circa mezz’ora gli studenti hanno organizzato un presidio pacifico del migliaio di studenti delle scuole medie e superiori genovesi davanti al Salone Nautico Internazionale, in piazzale Kennedy. I giovani si sono schierati a pochi metri di distanza dalle forze dell’ordine, in tenuta antisommossa, impugnando degli scudi di cartone con scritti i titoli di libri di vari autori, tra cui Orwell (1984), Marx (Il capitale), Kerouak (Sulla strada), Deridda (Spettri di Marx), Evalgelisti (Noi saremo tutto), Ballestrini (Vogliamo tutto), al grido di “abbiamo contestato questo luogo simbolo di lusso e spreco” oppure “questo salone e’ il simbolo di quell’1 per cento che ogni giorno ci sfrutta”. 

La catena umana, una volta arrivata sotto la prefettura, ha rovesciato un secchio pieno di pietre davanti all’ingresso, piantandovi in mezzo un cartello con scritto: ‘avete ridotto la scuola in macerie’. Dopo il presidio davanti al Salone Nautico, preceduto da una lunga manifestazione che ha attraversato la città, il corteo degli studenti sta proseguendo in direzione del centro cittadino dove e’ previsto che che il corteo si sciolga una volta arrivato in piazza De Ferrari.

Bologna
”Ci scusiamo per il disagio, stiamo scioperando per voi”. Sono le parole scritte su un nastro giallo e nero con cui è stata circondata la fontana di piazza Nettuno, per sigillarla simbolicamente, nel giorno di mobilitazione nazionale della scuola. Anche nel capoluogo emiliano gli studenti – circa 800 e in maggioranza delle scuole superiori – si sono riuniti per un presidio. “Più rappresentanza meno privati ladri ladroni”, è lo slogan su uno striscione posto davanti ad un palchetto, organizzato dalla Flc Cgil, dove si alternano interventi a sostegno della scuola pubblica.

Firenze
Sono oltre 2mila, secondo la Flc Cgil, le persone che hanno dato vita a una grande catena umana “in difesa della scuola” che dalla centralissima piazza della Signoria si è snodata fino a via Martelli concentrandosi davanti al liceo Galileo dove nei giorni scorsi è crollato un controsoffitto. L’iniziativa è stata organizzata nell’ambito della manifestazione regionale per lo sciopero della scuola indetto oggi a livello nazionale dal sindacato. A sfilare, docenti, precari, personale scolastico, studenti e anche genitori. Numerosi gli striscioni tra cui uno con una frase di D. Bock: “Se pensate che l’istruzione costi provate l’ignoranza”. Due delegazioni sono state ricevute in Regione e in Prefettura dove hanno portato un documento del sindacato sulla situazione nel mondo della scuola.

Pisa
Circa 300 studenti universitari e medi superiori hanno sfilato in corteo per le vie del centro per contestare le politiche del Governo Monti su scuola e università. I giovani hanno esposto striscioni e scandito slogan contro i tagli e hanno improvvisato un’assemblea davanti al Comune guardati a vista da un imponente servizio d’ordine composto da poliziotti, carabinieri e vigili urbani schierati a protezione dell’ingresso principale del municipio. Nei giorni scorsi un centinaio di studenti, durante un’altra manifestazione contro i tagli all’istruzione, aveva tentato di forzare il blocco degli agenti: c’erano stati momenti di tensione. Oggi invece il corteo si è svolto senza problemi.

Ancona
Traffico in tilt nel centro di Ancona per lo sciopero della Flc Cgil e il corteo della Rete degli studenti medi contro i tagli del Governo alla scuola pubblica. Circa 500 docenti e studenti hanno attraversato a piedi la Galleria del Risorgimento, bloccando la circolazione delle auto. In testa al corteo, diretto verso la sede della Regione e scortato da polizia e carabinieri striscioni con la scritta “La scuola non è un bancomat”, e “Profumo, l’unico inadeguato sei tu”. 

Cagliari
Sono un migliaio i manifestanti – tra studenti e insegnanti – che manifestano a Cagliari contro i tagli alla scuola. Il corteo, che sta sfilando in via Alghero, è aperto da striscioni con su scritto “Ci avete rubato il futuro”, “Non ci avrete mai come volete voi”. La manifestazione pacifica, ma decisamente rumorosa – grazie a fischietti, trombe da stadio, cori e slogan lanciati da un megafono – è colorata dalle numerose bandiere della Cgil e del sindacato degli studenti.

Oristano
Quasi 400 persone, secondo le stime delle forze dell’ordine, partecipano alla manifestazione indetta a Oristano dal “Collettivo Studentesco Antonio Gramsci” nella giornata di mobilitazione nazionale promossa dall’Unione degli Studenti. In corteo sfilano  perlopiù gli studenti delle scuole superiori cittadine, ma sono presenti anche diversi docenti e i dirigenti del sindacato scuola Flc Cgil e del Coordinamento precari della scuola della provincia di Oristano. I dirigenti sindacali hanno accreditato un’ampia adesione da parte dei docenti delle scuole cittadine allo sciopero indetto a livello nazionale. Nel corteo numerosi sono gli striscioni contro i tagli del governo. E’ previsto che la manifestazione si concluda in Piazza Eleonora nella tarda mattinata. 

Bari
Due manifestazioni sono in corso stamani a Bari promosse dalla Flc Cgil con un presidio dinanzi all’Ufficio scolastico regionale e in piazza Umberto degli studenti. Secondo il sindacato solo negli ultimi due anni in provincia di Bari sono stati tagliati 4.500 posti di lavoro nella scuola tra docenti e personale Ata. Dinanzi all’Ufficio scolastico regionale è stato organizzato un presidio e prima di confluire nella manifestazione in centro alcune centinaia di studenti del “Fermi” hanno organizzato un sit-in. Sono invece diverse centinaia gli studenti che sono confluiti per la manifestazione.

I partecipanti sono circa 700 secondo la Questura, 3.500 per gli organizzatori. Il corteo si sta svolgendo in modo abbastanza sereno. Manifestazioni sono in corso in altre 9 città della Puglia: Barletta, Andria, Foggia, Manfredonia, Massafra, Manduria, Lecce, Taranto e Brindisi. Gli organizzatori parlano di una media di circa 2000 persone in ciascuna delle altre città.

In Puglia hanno partecipato allo sciopero nazionale in quasi 1400 tra docenti e personale Ata. A Taranto gli studenti manifesteranno domani, peraltro, perché oggi sono stati vietati i cortei per ragioni di ordine pubblico, fa sapere la Cgil, poiché oggi scadono i cinque giorni dati dalla procura all’Ilva per spegnere gli impianti.

Articolo Precedente

Lo stipendio di Cattaneo e lo stipendio di un maestro

next
Articolo Successivo

L’autunno degli studenti, speranza per il Paese

next