Se Atene rischia di dover lasciare l’euro per l’intransigenza della Bundesbank, gli ateniesi rischiano di esser tagliati fuori dal resto d’Europa (e del mondo) per la politica dei prezzi della Hochtief. Ovvero la società tedesca che in attesa di riuscire a venderlo come vorrebbe, gestisce l’aeroporto della capitale ellenica, che fra le altre cose è anche un importante debitore dell’Erario greco, a giudicare dalle numerose controversie fiscali pendenti in tema di Iva non versata dal 1998 in poi per un totale di 246,4 milioni di euro. Intanto, secondo il quotidiano economico tedesco Handelsblatt, a partire dal prossimo novembre – e per la prima volta negli ultimi 45 anni – dallo scalo di Atene non partirà più alcun volo diretto per gli Stati Uniti.

La compagnia di bandiera Olympic Airlines aveva interrotto la tratta Atene-New York già tre anni fa, adesso è la volta dell’americana Delta Airlines, l’ultima compagnia che ancora operava sulla tratta. A spingere il vettore a stelle e strisce a questa decisione non è stata però solo la carenza di viaggiatori, ma anche le esose tasse aeroportuali imposte da Hochtief, che è il secondo azionista dello scalo ateniese dopo lo stato greco con una quota del 40%. Quello di Atene è infatti uno degli aeroporti più cari d’Europa. La compagnia greca Olympic Air (che ha preso il posto della defunta Olympic Airlines), per esempio, vende i biglietti della tratta Atene-Salonicco a 44 euro, a cui però ne vanno aggiunti altri 50,64 di tasse aeroportuali. Anche su alcune tratte internazionali le tasse sono superiori al costo del biglietto: la Aegean Airlines vende il collegamento Atene-Monaco a 49 euro, mentre i costi aggiuntivi sono pari a 69,73 euro.

”Se le tasse aeroportuali non verranno diminuite entro la fine dell’anno, nel 2013 la nostra società verrà pesantemente ridimensionata”, ha minacciato Eftychios Vassilakis, vicepresidente della Aegean Airlines, la più grande compagnia aerea greca, nonché maggior cliente dell’aeroporto di Atene. La Delta Airlines non è stata l’unica compagnia aerea a ritirarsi di recente dal mercato greco. Anche la Thai Airways ha preso la stessa decisione dopo aver servito l’aeroporto di Atene per ben 36 anni. E anche la Singapore Airlines e la Gulf Air si sono comportate in modo analogo. La portoghese TAP aveva cancellato la tratta Lisbona-Atene lo scorso inverno, così come la Brussels Airlines aveva fatto con la tratta Bruxelles-Atene, precorrendo così – sostengono i maligni – future decisioni politiche. La stessa Olympic Air ha reagito alla crisi riducendo la flotta e tagliando le rotte: non raggiunge più Parigi, Londra, Vienna e Amsterdam.

Le uniche mete estere sono rimaste Sofia, Bucarest, Belgrado, Larnaca (Cipro), Tel Aviv, Tirana e Istanbul. Chi continua a servire il mercato greco, come Air France e Lufthansa, ha comunque deciso di ridurre il numero dei voli. La società francese ha dimezzato (da quattro a due) il numero di collegamenti giornalieri fra Parigi e Atene, mentre i tedeschi hanno ridotto da tre a due i voli giornalieri fra Francoforte e la capitale greca e da 19 a 14 quelli settimanali fra Monaco e Atene. Analoghe decisioni sono state prese anche dalle controllate di Lufthansa, Austrian Airlines e Swiss. In questo contesto i dati sui passeggeri dello scalo ateniese non possono che essere drammatici: nei primi sette mesi di quest’anno sono diminuiti del 12% rispetto allo stesso periodo del 2011 (da 8,4 a 7,4 milioni). Sulle tratte internazionali il calo e’ stato addirittura del 14%. E le previsioni da qui alla fine dell’anno parlano di un ulteriore peggioramento. Se mai nei prossimi anni l’economia dovesse riuscire a risollevarsi, dovrà anche superare l’ostacolo della mancanza di collegamenti con il resto del mondo.

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