Un carico di munizioni probabilmente dirette ai ribelli siriani è stato sequestrato lunedì scorso nel porto libanese di Tripoli, a nord di Beirut. Erano contenute in due automobili usate – modello “Rapid car” – sbarcate da una nave italiana della compagnia Grimaldi, la Grande Sicilia. Il cargo era partito dal porto di Amburgo in Germania, in una rotta regolare che tocca i principali porti del sud del mediterraneo.

E’ il secondo sequestro di armamenti avvenuto in pochi giorni nei porti libanesi, segno di un aumento vertiginoso dei traffici illegali verso il teatro siriano, colpito dalle rivolte sfociate ormai in aperta guerra civile.

A fine aprile la nave con bandiera della Sierra Leone Lutfallah II era stata fermata dai militari libanesi prima dell’attracco. Durante l’ispezione a bordo era stato ritrovato un carico di armi destinate – secondo le indagini – ai ribelli siriani. Secondo fonti libanesi la nave in quel caso la nave era partita dal porto di Alessandria di Egitto.

La scoperta delle munizioni sulle due automobili trasportate dalla Grande Sicilia della Grimaldi – se venisse confermata la provenienza europea del materiale – mostrerebbe uno scenario preoccupante, con l’apertura di un canale clandestino verso il Libano e la Siria da parte dei grandi trafficanti di armi. La società di navigazione italiana ha confermato a ilfattoquotidiano.it il sequestro, dando però una versione differente rispetto a quella circolata sui media libanesi. “La nave è arrivata il primo maggio e le due automobili cariche di munizioni – racconta un portavoce della compagnia – erano rimaste ferme sul piazzale del porto libanese di Tripoli cinque giorni prima di essere ispezionate”. La Grimaldi assicura che nel porto di Amburgo “erano state effettuate tutte le ispezioni doganali da parte delle autorità tedesche e quelle realizzate dai nostri funzionari prima della partenza. E’ sicuramente un fatto anomalo quello che è avvenuto”. La società non ha voluto fornire il nome dello spedizioniere responsabile del carico di automobili.

Le autorità doganali tedesche spiegano che una nave come la Grande Sicilia è in grado di trasportare anche 2500 automobili e che è impossibile controllarle tutte. Molto spesso all’interno dei veicoli vengono messi altro oggetti, spediti senza passare per la dogana. Il compito di sigillare le automobili spetta normalmente allo spedizioniere e non alle dogane.

Le autorità libanesi che hanno sequestrato le munizioni parlano di circa 60 mila proiettili di armi da guerra di vario tipo. Il quotidiano di Beirut Al Safir riferisce che la Grande Sicilia ha fatto scalo nel porto di Alessandria di Egitto prima dell’arrivo a Tripoli. Il sospetto è che qualcuno possa aver approfittato dello scalo per caricare le casse di munizioni nelle due automobili. “Non è possibile – replica il portavoce della Grimaldi – nessuno può avvicinarsi al carico durante le soste nei porti; escludo questa ipotesi”. Il carico sequestrato è stato portato in una base militare per le indagini che dovranno stabilire la provenienza delle munizioni.

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