Ormai è (quasi) ufficiale: Nicolas Sarkozy lascia la politica. Non lo ha detto lui pubblicamente. Ma lo ha comunicato ai suoi collaboratori, come riportano questo pomeriggio alcuni media francesi, tra cui il sito del quotidiano Le Figaro.

Oggi, alle 14, il Presidente ha riunito all’Eliseo il ristretto team che lo ha accompagnato durante la campagna, tra cui il premier François Fillon, il segretario generale dell’Ump, il suo partito, Jean-François Copé. E l’immancabile Henri Guaino, la principale “plume” del presidente, colui che gli ha scritto i discorsi più importanti, compreso quello pronunciato ieri dinanzi ai suoi sostenitori delusi. Stanco, la faccia provata, Sarkozy ha detto che lascerà la politica: “Ormai ho voltato una pagina. Non sarò candidato alle legislative in giugno, né a qualsiasi altra elezione in futuro”. Sorridendo, ha aggiunto: “Non vi preoccupate, rinnoverò la mia tessera dell’Ump e pagherò la quota. Ma non sarò più operativo”.

Da un certo punto di vista si tratta di una conferma, perché Sarkozy aveva già fatto capire che, in caso di sconfitta, avrebbe abbandonato il suo mondo. “Ho voglia di andare a prendere mia figlia Giulia (avuta con Carla Bruni) all’asilo, come un padre qualunque”, aveva dichiarato qualche settimana fa. Oggi ha precisato che la sua volontà è “vivere un po’ normalmente, anche se per il momento i giornalisti mi impediscono di prendermi questa pausa. Spero che poi mi lascino in pace”. Un’eventualità tutta da verificare.

Alla sua squadra ha voluto spiegare che “la nostra sconfitta non è stata un’umiliazione”, notando che a lui è andata meglio che ad altri uomini di Stato europei, spazzati via malamente dalla crisi. A prova di tutto questo ha avanzato il risultato finale delle presidenziali: il 51,62% per Hollande e il 48,38% per lui, un divario alla fine non così amplio e di sicuro ridotto rispetto alle previsioni della vigilia. “Potevamo farcela, io ve l’avevo sempre detto”, ha sottolineato. Ha anche invitato i politici dell’Ump a non dividersi: un consiglio prezioso in un momento in cui già stanno iniziando le guerre di clan, soprattutto fra il moderato Fillon e il più aggressivo e destrorso Copé, per prendere in mano le redini del partito-movimento neogollista. Sarkozy ha concluso il suo intervento dicendo di “amare troppo la vita per essere amaro”.

Anche Patrick Balkany, barone dell’Ump, da sempre amico-protettore di Sarkozy e sindaco di Levallois-Perret, sobborgo (ricco) di Parigi, ha detto a Le Monde di non preoccuparsi assolutamente per il compare: “Nicolas non si mette a crogiolare nell’introspezione. Si isola, quello sì, ma poi rimbalza, sempre. So che vuole fare conferenze in tutto il mondo, viaggiare”. Isabelle Balkany, la moglie (e anche vicesindaco della stessa cittadina), ha aggiunto: “Lo conosco da una vita. E sinceramente non l’ho mai visto depresso: nemmeno nel 1999, quando si prese una seria batosta alle elezioni europee. Lui sa come funziona la politica: uno si fa il mazzo così a lavorare per gli altri e poi una domenica sera, alle 20, tutto si ferma”.

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