Cultura

Dall’hip hop “bianco” dei Beastie Boys ai diritti umani. Addio ad Adam Yauch

L'ultima esibizione dal vivo è del 2009, dopo che ad Mca viene diagnosticato il tumore. L'impegno nel movimento per la liberazione del Tibet, con concerti ed eventi a sostegno della causa, e l'attività di regista, con la nascita di una compagnia di produzione

di Pasquale Rinaldis

Adam “MCA” Yauch, uno dei tre membri della più grande formazione hip-hop dalla pelle bianca, i Beastie Boys, si è spento ieri a 47 anni a causa di un tumore alle ghiandole salivari che i medici gli avevano diagnosticato tre anni fa. Malattia che aveva impedito ad Mca di partecipare il mese scorso alla cerimonia per l’ingresso dei Beastie Boys nella Rock and Roll Hall of Fame. Già perché quel trio bianco di New York, diventato in seguito gruppo rap – dopo esser stati sedotti dal suono Hip Hop di artisti del calibro di Run Dmc – , ma senza perdere l’impatto rock dell’esperienza precedente, è riuscito a entrare nel pantheon delle star della musica internazionale, nonostante le non poche difficoltà incontrate agli inizi della loro carriera. Perché il percorso artistico dei Beasties, Adam “King Ad-Rock” Horowitz, Michael “Mike D” Diamond e Adam “MCA” Yauch è un caso unico nella storia dell’Hip Hop: si provi a immaginare quante fossero le diffidenze incontrate da questo trio bianco in un ambiente, quello Hip Hop, dominato in maniera incontrastata da band formate da soli neri.

Il debutto a 33 giri avviene nel 1986 con “Licensed to ‘Ill” (prodotto da Rick Rubin fondatore dell’etichetta discografica Def Jam, con testi in cui la goliardia prevale sull’aggressività), un disco che rende famosi i Beastie Boys nonostante riescano a conquistare il vertice delle classifiche degli album più venduti solamente un anno più tardi, grazie al singolo “(You Gotta) Fight For Your Right (To Party)”. I lavori successivi ne hanno confermato la popolarità e il peso sulla scena musicale che dura ormai da quasi 30 anni. Odiati soprattutto dai critici americani per il loro modo di atteggiarsi in pubblico, spesso e volentieri oltraggiosi nei confronti del gentil sesso, e ubriachi anche per volere del loro sponsor, la Budweiser – “Bevevamo birra Budweiser sul palco e il nostro ruolo era quello di giovani mocciosi. Un comportamento del genere non se lo aspettava nessuno e per questo appariva ancora più divertente” ha raccontato Yauch in un’intervista – durante l’arco della loro carriera hanno venduto più di 40 milioni di dischi in tutto il mondo. L’ultimo lavoro “Hot Sauce Committee, Part Two” risale al maggio 2011, mentre la loro ultima esibizione dal vivo al 2009, dopo che ad Mca viene diagnosticato il tumore. Yauch, che oltre alla carriera con i Beastie Boys aveva intrapreso dapprima un ruolo da attivista, impegnandosi fortemente nel movimento per la liberazione del Tibet, organizzando concerti ed eventi a sostegno della causa, nel 2002 aveva fondato una compagnia di produzione cinematografica, la Oscilloscope Laboratories per dar sfogo alla sua vena da regista. Il suo ultimo lavoro Gunnin’ for that No. 1 Spot racconta la storia di otto giovani del basket universitario che affrontano i propri coetanei in un match ad Harlem, nello stesso campo dove negli anni passati si sono affrontate altre stelle della Nba. Figlio unico di una coppia di origini ebraiche, Adam “MCA” Yauch divenuto nel tempo buddista, muore all’età di 47 anni lasciando la moglie Dechen e una figlia, Tenzin Losel.

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